L’attore Carlo Verdone, ospite a Domenica In presenta il suo libro “La carezza della memoria”. E tornando indietro nel tempo, ricorda la prima telefonata e l’incontro con Sergio Leone:

“Dopo Non-Stop mi chiama Sergio Leone, vado al telefono: ‘Pronto Carlo, sono Sergio Leone. Mi piacerebbe incontrarti…’. Ogni suo film lo vedevo cinque volte, era il mio idolo. Quando andai da lui, mi fissò per un minuto e mezzo senza dire niente, stava con un camiciotto medio-orientale, tunisino, con la barba lunga, faceva veramente paura. E ad un certo punto mi dice: ‘Io devo ancora capì perché mi fai ridere, co sta faccia da impiegato che c’hai’. Poi ci conoscemmo meglio e lui diventò il mio padrino artistico in tutti i sensi”.

Verdone poi continua, raccontando un aneddoto con Sergio Leone, durante le riprese di “Un sacco bello”:

“C’era una scena di Leo e Marisol, in cui io faccio la telefonata a mia madre.. Leone mi fa: ‘Non mi piace questo primo piano che hai scelto, sei tagliato. Per cortesia prendi un primo piano dove sei pulito, non mi piace questo taglio è brutto’. Io dico: ‘Ma recito meglio’. E lui risponde: ‘Sì. ma il taglio è brutto’. E se Leone dice che il taglio è brutto lo dovevo cambiare. Andò via.. Io faccio al montatore: ‘Senti, fammi un favore, mi rimonti quello che piace a me, sono io il regista. Chi se ne frega se si arrabbia, mi piace questa inquadratura’…”.

E poi prosegue il racconto:

“Mentre stavamo andando via alle otto, apre la porta Sergio Leone e fa: ‘Mi fai rivedere per favore quella scena del telefono?’….La vede e ad un certo punto mi dice: ‘Bravo’. Pensavo si fosse convinto. Mi alzo tranquillo. Mentre vado via Leone, che aveva una ciabatta sempre tunisina, mi dà un calcio nel c**o, ma talmente forte che mi prende l’osso sacro, una cosa tremenda. E mi fa: ‘E questo perché mi hai disubbidito, quando Sergio Leone dice una cosa, tu la fai perché tu non sei nessuno’. Io dissi: ‘Rimontate quella che piace a Sergio’. E me ne andai a casa…”.

L’attore conclude:

“Mi ha dato sberle, calci nel sedere. Però mi voleva bene”.

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