Staying Alive è un film del 1983 diretto da Sylvester Stallone. La pellicola, con protagonisti John Travolta, Cynthia Rhodes e Finola Hughes, è il sequel del film La febbre del sabato sera del 1977. Il regista compare in un piccolo cameo: è l’energumeno che per strada urta violentemente Tony Manero. Sylvester Stallone seguì personalmente gli allenamenti di John Travolta per la preparazione del film. Considerato uno dei peggiori sequel di sempre la pellicola alla sua uscita fu un grande successo commerciale guadagnando complessivamente 127 millioni di dollari (di cui 65 solo negli Stati Uniti) su un budget di 22 divenendo uno dei maggiori incassi dell’anno, non riuscendo però a raggiungere i numeri del predecessore.

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TRAMA

Tony Manero alloggia in un malandato appartamentino di Manhattan, dopo che se ne è andato da Brooklyn per cercare lavoro come ballerino. Di giorno fa audizioni e impartisce lezioni di ballo in una palestra, poi di notte arrotonda lavorando come cameriere in una discoteca. Si dedica con animo alla sua passione, la danza “moderna”, e anche se continua a incontrare altre donne, instaura una relazione stabile con Jackie, ballerina che lavora nella stessa palestra di giorno e che fa la corista in un gruppo musicale la sera. Un giorno Manero, recatosi a teatro per vedere uno spettacolo di danza a cui partecipa Jackie in un ruolo secondario, vede Laura, ballerina protagonista e, colpito dalla sua bravura e dalla sua bellezza, alla fine dello spettacolo si presenta. Laura, di famiglia ricca, ha un atteggiamento snob, soprattutto in risposta a quello spavaldo e un po’ invadente di Manero, quindi all’inizio lo respinge; nonostante tutto però, interessandogli e presolo in simpatia, si reca a vederlo quando lui si presenta ai provini per un balletto che si terrà a Broadway e rimane colpita dalla sua energia e grinta. I due trascorrono una giornata insieme e vanno a casa di lei, quindi dopo che sono stati insieme Tony si sente legato a Laura, ma subito lei lo allontana iniziando a snobbarlo nuovamente (lei gli dice che “tutti usano tutti”).

LA SCELTA DI STALLONE

In un’intervista rilasciata tempo fa al Ny Times Travolta spiegò come chiese alla produzione Stallone come regista:

«Dopo che avevo capito che il sequel si faceva dopo tanto tempo, insieme alla produzione cercai il regista del film ed io consigliai Stallone. Avevo appena visto ‘Rocky III’, e dissi al mio agente: “Mi serve questo tipo di energia, questo mix di eccitazione e ritmo che Stallone ha portato nel suo film”. Dopo un mese mi informarono che c’era questa opportunità ed ebbi modo di incontrare Sly di persona. Gli raccontai quello che sentivo mancasse nello script visto che il vecchio sceneggiatore aveva scritto un finale troppo vago dove Tony usciva di scena con la speranza di ottenere un giorno qualcosa di più grande: questo poteva andar bene per il primo film ma non per il secondo, volevo qualcosa di più. Stallone riscrisse la sceneggiatura con la grinta che volevo io».