La pubblicità di TimVision con Lino Banfi è stata censurata. Colpa dell’esclamazione pronunciata nello spot in rotazione su tutte le reti nazionali: “Porca puttena”. Da questo momento in poi andrà in onda la versione tagliata della pubblicità: Banfi inveirà in maniera contenuta per la sua antenna non funzionante, qui con palese sfottò a Sky che ha perso i diritti in esclusiva della Serie A.

La decisione è stata presa dopo la denuncia del Moige (Movimento Italiano Genitori) all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria e al Comitato TV presentata dopo le segnalazioni genitori e famiglie: “È proprio questa espressione, ovvero ciò che rende sgradito lo spot alle famiglie e ai minori, ad aver richiamato l’attenzione del Moige: sembra infatti che, affinché lo spettatore a casa non si annoi, sia necessario ravvivare l’interesse con qualcosa che possa scandalizzare o almeno catturare il pubblico. Una soluzione antiquata e sulla lunga controproducente per le stesse aziende, associate a riferimenti trash nell’immaginario dei clienti, che consigliamo fortemente di non reiterare. In una tv già subissata da contenuti volgari e inadatti ai minori, non si sente davvero bisogno di un ulteriore dose di cattivo gusto e volgarità: e non è possibile derubricare un’esclamazione del genere trasformandola in un motto di spirito o in una forma ironica, giocando magari sul personaggio – amatissimo – di Oronzo Canà. ‘Le parole sono importanti’, diceva Nanni Moretti, e in questo caso le parole scelte per lo spot di TimVision appaiono chiarissime e assolutamente non fraintendibili”, aveva dichiarato il Moige in una nota.

Elisabetta Scala, vicepresidente e responsabile Osservatorio Media Moige, aveva aggiunto: ”Una nuova iniziativa contro la volgarità in tv che dimostra in modo chiaro come uno degli scopi del Moige sia battersi contro la violenza e la volgarità, soprattutto quando può recare danno ai minori, senza alcun pregiudizio. Le aziende come Tim devono trovare altre strade per coinvolgere il pubblico, evitando di scadere nella trivialità più assoluta, considerando anche che gli spot sono mandati in onda in fascia protetta e che una buona parte del pubblico è composta da famiglie e minori”.