Comincia male il nuovo anno per Alec Baldwin, che dopo la tragedia sul set di “Rust“, nella cui causa, ancora in corso, l’attore è direttamente coinvolto, è stato adesso citato in giudizio dalla famiglia di un marine ucciso a Kabul. La vedova e le due sorelle del soldato statunitense sostengono che la star le abbia esposte a un’ondata di odio sui social media affermando su Instagram che una di loro, Roice McCollum, fosse una “insurrezionista” per aver partecipato al raduno del 6 gennaio dell’anno scorso a Washington.

L’anno scorso, Baldwin aveva inviato a McCollum un assegno di 5.000 dollari per aiutare la vedova di suo fratello Rylee, che era tra i 13 soldati statunitensi uccisi in un attentato suicida il 26 agosto all’aeroporto di Kabul. Il 3 gennaio di quest’anno, dice la causa, l’attore ha inviato un messaggio privato a Roice su Instagram subito dopo aver pubblicato una foto della manifestazione di Trump, in cui compare anche lei, chiedendole se fosse la stessa donna che aveva preso la sua donazione. Secondo la causa, McCollum ha confermato che era presente alla protesta e ha detto a Baldwin: ‘Protestare è perfettamente legale’.

La causa sostiene che Baldwin ha risposto osservando che “le sue attività hanno portato alla distruzione illegale di proprietà del governo, alla morte dell’applicazione della legge, un assalto alla certificazione delle elezioni presidenziali”, e ha detto a McCollum di aver ripostato la foto ai suoi 2,4 milioni di follower su Instagram, sebbene la donna gli avesse detto di non aver mai preso parte alle manifestazioni violente. Le conseguenze per Roice McCollum sarebbero state una pioggia di insulti e minacce di ogni genere, comprese quella di morte e anche di stupro, sia rivolti a lei sia alla sorella Cheyenne e alla vedova del militare.

Roice McCollum e i suoi congiunti chiedono a Baldwin “almeno 25 milioni di dollari di danni” per diffamazione, invasione della privacy, negligenza e per aver provocato intenzionalmente stress emotivo alla famiglia. Roice ha affermato di non essere stata tra quelli che hanno preso d’assalto il Campidoglio quel giorno e di non essere “mai stata detenuta, arrestata o accusata di alcun crimine”. Da qui la causa intentata lunedì scorso presso il tribunale distrettuale a Cheyenne. Causa, che arriva mentre Baldwin è coinvolto nell’indagine, ancora in corso, sulla morte della direttrice della fotografia e sul ferimento di un regista lo scorso autunno dopo che una pistola di scena che l’attore teneva sul set del film ‘Rust’ ha sparato colpi veri.