Era il 1978 quando Animal House apriva le porte del sottogenere ‘commedia da college’. Diretto da John Landis, si può dire che sia il capostipite di questo filone e pioniere dell’amatissimo The Blues Brothers che legherà nel 1982 la stessa coppia (Landis e John Belushi).

La storia raccontata è quella di alcune giovani matricole  impazienti d’iscriversi a una delle varie confraternite (nel film dette fratellanze) del college. Rifiutati dalla “Omega Theta Phi”, composta da studenti ricchi e snob, vengono accettati dalla sgangherata “Delta Tau Chi”, composta solo da studenti ripetenti con voti terribili e una condotta disastrosa e da cui è bandita ogni regola sociale.

Storia e origine di Animal House

Molti di voi sapranno che il titolo originale del film è National Lampoon’s Animal House. Questo perché Animal House è stato il primo film prodotto dalla National Lampoon, la rivista umoristica più popolare nei campus universitari a metà degli anni ’70. Il periodico ero specializzato in satira e cultura popolare, e molte delle persone che vi scrivevano erano dei neo-laureati al college. Tra questi c’erano Doug Kenney e Chris Miller, i quali cominciarono a lavorare a stretto contattato buttando giù storie di avventure universitarie, narrando le numerose buffonate dei loro compagni di confraternita, insieme ad esperienze personali. Le storie della National Lampoon conquistarono l’interesse di Ivan Reitman (proprio lui, il regista di Ghostbusters), il quale cominciò a pensare di farci un film. Reitman mise su il National Lampoon Show di New York City con diversi futuri membri del cast del Saturday Night Live, tra cui John Belushi. La maggior parte del gruppo Lampoon però passò definitivamente al SNL, fatta eccezione per Harold Ramis. Fu qui che Reitman gli propose l’idea di fare un film insieme usando alcuni sketch del Lampoon Show.

Ramis entrò di fatto nel reparto sceneggiatori, cominciando a lavorare insieme a Kenney e Miller. Anche lui attinse alle sue esperienze personali avute nella sua confraternita al college (era membro della Zeta Beta Tau alla Washington University di St. Louis). Insieme decisero di ambientare il film nel 1962 (definito “l’ultimo anno innocente in America”) e di ricreare la parata finale nel giorno 21 novembre 1963, ovvero il giorno prima dell’assassinio del presidente Kennedy. Tutti furono d’accordo nel volere Belushi nel film, al che Ramis scrisse la parte di Bluto esclusivamente per lui, suo vecchio amico.

Dopo parecchie chiacchiere e revisioni, l’Universal diede l’okay per la produzione del film, fissando un misero budget di 3 milioni di dollari. La regia venne affidata a John Landis, apprezzato per il lavoro fatto con Ridere per Ridere (The Kentucky Fried Movie).

Il casting

Il cast iniziale prevedeva Chevy Chase nel ruolo di Otter, Bill Murray in quello di Boon, Brian Doyle-Murray in quello di Hoover, Dan Aykroyd in quello di D-Day e John Belushi in quello di Bluto, ma solo Belushi era interessato. Inoltre Landis spinse molto nel prendere attori più sconosciuti (ad esempio Kevin Bacon e Karen Allen li volle lui), anche perché “non voleva dirigere un film di attori del Saturday Night Live”. Aykroyd rifiutò perché già impegnato con il SNL, mentre Belushi decise di fare avanti e indietro, lavorando ad entrambi (girava dal lunedì al mercoledì Animal House per poi volare a New York il giovedì fino a sabato per fare l’altro show).

Ramis aveva scritto originariamente il ruolo di Boon per se stesso, ma Landis riteneva che fosse troppo vecchio per la parte, dunque scritturarono Peter Riegert.

Donald Sutherland

John Belushi ricevette solo 35 mila dollari come compenso, ma gli venne dato un bonus dopo che il film divenne un grande successo. L’Universal però voleva un’altra star, dunque John Landis offrì un ruolo a Donald Sutherland (con il quale era diventato amico in quanto aveva fatto babysitter un paio di volte al figlio Kiefer). Per due giorni di lavoro, Sutherland declinò l’offerta iniziale di 20 mila dollari più bonus. Accettò la successiva di 25 mila, rifiutando l’opzione 2% degli incassi totali, perché riteneva che il film non avrebbe avuto un grande successo. Una scelta sbagliatissima, perché la pellicola arrivò ad incassare oltre 141 milioni. Nonostante la sua piccolissima parte, la presenza di Sutherland fu cruciale per la realizzazione del film. Rimanendo in tema, ecco un aneddoto che abbiamo trovato riguardo l’attore. 

La scena di nudo di Karen Allen e il ‘salvataggio’ di Donald Sutherland

In Animal House hanno fatto il loro esordio due attori che avremmo poi rivisto molto spesso in pellicole future: Kevin Bacon e Karen Allen. Quest’ultima interpreta Katy, la fidanzata di Boon. 

Durante alcune interviste realizzate per il trentesimo anniversario del film, Karen Allen ha rivelato alcune interessanti curiosità sulla sua scena di nudo. John Landis voleva che lei mostrasse il sedere nella scena in cui si scopre “il tradimento”, mentre lei era molto riluttante a farlo. In quell’occasione intervenne Donald Sutherland, il quale si offrì di mettere a nudo anche il suo didietro. A quel punto la Allen acconsentì:

“Ho pensato che fosse un gesto molto dolce il suo, così ho smesso di obiettare. Se Donald Sutherland mette a nudo il suo sedere, perbacco, metto a nudo anche il mio!”