Il film

Parliamo della commedia prodotta in Italia nel 2000 per la regia di Carlo Verdone, che ha collaborato anche al soggetto e alla sceneggiatura. Oltre allo stesso Carlo Verdone che ha recitato nel ruolo del protagonista della storia, il cast vanta la presenza di Giuseppe Fiorello, dell’attrice tedesca Marit Nissen e dell’attrice ucraina Anna Safroncik

La trama

Il film racconta la storia di Ercole Preziosi (Carlo Verdone), un mediocre impresario che organizza piccoli eventi e sfilate di moda, a capo di un’agenzia quasi al collasso che si occupa del futuro di artisti in decadenza. Se al lavoro le cose vanno male, a casa vanno anche peggio: con sua figlia Maruska (Anna Safroncik) non ha un grande rapporto e sua moglie Eva (Marit Nissen) lo tratta come un estraneo, parlando spesso con la ragazza in russo proprio per escluderlo.
Tutto cambia quando si accorge che l’uomo che da tempo gli fa da autista, Nicola Renda (Giuseppe Fiorello), ha in realtà un talento innato per il palcoscenico, soprattutto per gli sketch comici. Nonostante le perplessità del giovane, la prima serata è un successo, tanto da spingerlo a farne altre e a scegliere perfino un nome d’arte: Niki. Diventato ormai molto popolare in tutte le piazze italiane, Nicola comincia a montarsi la testa, comportandosi come una vera e propria star capricciosa e cominciando a fare uso di droga. Pian piano i ruoli si ribaltano ed Ercole diventa il suo tuttofare. La situazione precipita, però, quando Niki, completamente sull’onda del successo, fa un errore fatale che gli costerà l’intera carriera…

Il ricordo di Verdone

Così Carlo Verdone ricorda il film con un post su Facebook:

Mi fa molto piacere che tanti di voi abbiano apprezzato, col passare degli anni, “C’era un cinese in coma”. Lo ritengo un film ingiustamente snobbato all’inizio, ma che poi negli anni si è preso la sua rivincita con incoraggianti ascolti nei vari passaggi televisivi.”

E poi parlando di una scena in particolare:

“La foto che metto è proprio relativa al Cinese in Coma. Rimasi 20 minuti appeso alla corda a testa in giù dopo il volo (che ovviamente fece una controfigura). Questo perché si era rotto il motore che doveva far calare di più la corda: fu drammatico perché soffro spesso di una forma di labirintite, e quella posizione era tragica. Ma il mio sospetto è che colui che doveva azionare il motore fece un favore ad un paparazzo appostato: infatti la foto me la ritrovai su un settimanale di gossip.
Furono due incoscienti se fosse vero il mio sospetto, perché rimasi un’ora senza equilibrio per il giramento di testa violento. Dietro ogni scena c’è sempre un qualcosa che il pubblico non sa…”