Guzzanti

Lo abbiamo rivisto nella seconda stagione di LOL in grande spolvero: Corrado Guzzanti è stato ed è uno dei grandi comici della nostra televisione. Autore satirico influenzato sia dal mondo anglosassone, principalmente dallo stile dei Monty Python e del Saturday Night Live, che da quello italiano (in particolare dalla commedia all’italiana e da “mostri sacri” come Raimondo Vianello, Carlo Verdone, La Smorfia e Renzo Arbore), è uno dei nostri geni della comicità.

Divenuto famoso nel 1992 come comico di punta di Avanzi, da allora ha partecipato a quasi tutte le trasmissioni di Serena Dandini, con la quale ha realizzato e prodotto programmi come Tunnel, Maddecheao’, Pippo Chennedy Show e L’ottavo nano. Tra il 2002 e l’anno successivo ha condotto insieme a Marco Marzocca Il caso Scafroglia, corrosiva striscia satirica quotidiana in cui Guzzanti chiarì definitivamente al pubblico le sue convinzioni politiche.

Funari

Il grande Gianfranco Funari, giornalista, conduttore televisivo, opinionista e cabarettista italiano, autodefinitosi il giornalaio più famoso d’Italia, nasceva a Roma il 21 marzo 1932. Si rese celebre con uno stile comunicativo particolare, intenso, caratterizzato da un linguaggio molto diretto, caustico e spesso volgare. Trattava temi politici e di attualità riuscendo a creare spesso polemiche e rappresentando il bersaglio di critiche e di attacchi da più parti.

L’imitazione

Funari è una delle maschere indimenticabili di Corrado Guzzanti. Fu anche quello che gli diede la maggiore notorietà, al punto che gli sketch del finto Funari divennero molto presto un cult. Il comico parodiò Funari nel periodo in cui lo showman stava progettando di entrare in politica, candidandosi alla carica di sindaco di Milano e cercando di accedere a quella categoria di persone che aveva spesso osteggiato nell’arco di tutta la sua carriera televisiva e professionale. Il personaggio creato da Guzzanti era particolarmente vicino a quello che si proponeva di imitare, sotto molti punti di vista, per esempio nella voce. Guzzanti assunse una tonalità vocale quasi uguale a quella del vero Funari, non avendo inoltre alcun tipo di problema a riprendere la cantilenante parlata romanesca del presentatore, già provata in altre creazioni satiriche, come Lorenzo o Rokko Smithersons.

Un altro punto di forza della macchietta era la gestualità; nel rappresentarlo Guzzanti muoveva continuamente le braccia e soprattutto le dita, portandole sulle guance e ai lati della bocca, e accompagnando le parole più forti e provocatorie con movimenti delle mani altrettanto bruschi e improvvisi. Infine, il personaggio di Guzzanti descriveva e raccontava i personaggi e le situazioni più imbarazzanti del momento politico, servendosi di “disgustose” metafore, inerenti quasi sempre le feci, i cattivi odori e ciò che è additato comunemente come fastidioso (per esempio la figura della suocera). Le storpiature grammaticali del finto Funari, che consistevano spesso in inviti quali «Zummolo!» e «Strignomo!», non facevano altro che aumentare ed enfatizzare l’intento satirico dell’interpretazione.

L’ultima volta

Tratto dallo spettacolo teatrale “Recital“, il video seguente è forse capace di superare (o se non altro sublimare) i primi storici sketch della mortadella e dei cambi di camera ai tempi dell’Ottavo Nano. Funari è già morto, ma Guzzanti azzarda un collegamento con lui direttamente dal paradiso. Un’ultima volta veramente geniale.