Il cartone

Il cartone è tratto dal famoso manga, pubblicato in Giappone dal dicembre 1969 all’aprile 1996 sul mensile CoroCoro Comic di Shōgakukan, per un totale di ventisette anni di attività.

La suddivisione originale del cartone animato comprende ventisette stagioni e raccoglie tutti gli episodi – suddivisi per anno – trasmessi fra il 2 aprile 1979 e il 18 marzo 2005. In totale la serie si compone di 1709 episodi e 107 episodi speciali; una numerazione ugualmente diffusa considera “canonici” alcuni episodi speciali, per un totale di 1787 episodi.

In Italia Doraemon è stato trasmesso inizialmente dalla Rai, dal 25 ottobre 1982 al 10 marzo 1983 (serie storica) con 306 episodi; non sono stati tuttavia doppiati altri episodi fino al passaggio dei diritti a Mediaset, che ha trasmesso l’anime dal 3 marzo 2003 al 30 gennaio 2013, per un totale di 992 episodi, mentre i restanti rimangono inediti.

La trama

Nobita Nobi è un ragazzo giapponese di dieci anni che frequenta la quinta elementare; è un giovane di buon cuore, gentile e onesto ma allo stesso tempo pigro, sfortunato e debole fisicamente. Viene spesso bullizzato da Takeshi Gōda, da tutti soprannominato Gian, un bullo irascibile e forzuto, e da Suneo Honekawa, un ragazzo facoltoso e viziato che sfrutta l’amicizia di Gian per ottenere il rispetto degli altri ragazzi del luogo. L’unico sogno di Nobita, quello di sposare l’amica e compagna di classe Shizuka Minamoto, viene ostacolato dalla presenza di Dekisugi Hidetoshi, un giovane estremamente intelligente che esercita su di lei una forte attrazione.

Sewashi Nobi, un discendente di Nobita proveniente dal XXII secolo, decide di tornare indietro nel tempo per aiutare il ragazzo a migliorare il suo futuro, lasciando a vegliare su di lui un gatto robot, Doraemon. Quest’ultimo, grazie al “gattopone”, una tasca quadri-dimensionale contenente numerosi gadget detti “chiusky”, rivoluziona completamente la vita di Nobita, migliorando i rapporti che il giovane ha con i genitori e gli amici.

Doraemon diventa rapidamente amico del giovane e si mostra estremamente premuroso nei suoi confronti: lo sostiene infatti nei momenti di difficoltà, cercando tuttavia di evitare che i suoi chiusky vengano usati in modo sconsiderato. I due vivono così insieme moltissime avventure e il ragazzo, sebbene compia spesso degli errori, riesce comunque con l’aiuto di Doraemon a risolvere i suoi problemi, facendo la cosa giusta e imparando la lezione di turno.

La leggenda sul finale

Le leggende sulla fine di Doraemon sono veramente tante. La più comune è quella che vuole Doraemon come un prodotto della fantasia di un Nobita purtroppo in coma. Questo è sicuramente il finale più gettonato da parte degli amanti delle teorie del complotto. Di questo racconto esistono diverse varianti. Alcune dicono che Nobita sarebbe stato in come per tutto il tempo, immaginando il gattone robotico durante il periodo di incoscienza, mentre altri puntano più sulla malattia mentale, definendo il ragazzino come affetto da autismo o patologie neurodegenerative.

Il vero finale

La pubblicazione del manga terminò in Giappone con la morte del suo autore, Fujiko F. Fujio, avvenuta nel 1996, senza un finale definito da parte della penna madre. L’epilogo ufficiale comunque vede un Nobita adulto sposare Shizuka e rimanere per sempre amico di Doraemon.

Riconoscendo la crescita dell’amico e il compimento della sua missione, Doraemon torna però nel futuro durante una nottata, lasciando a Nobita i preziosi ricordi delle avventure vissute assieme a lui. Il finale di Doraemon è quindi un lieto fine per entrambi i personaggi principali, con ognuno dei due che riesce a vivere felice dopo aver realizzato i rispettivi desideri.

Il finale del cartone

Il cartone però si ferma prima, dove l’ultimo episodio, chiamato “Il ripetitore di realtà”, è stato trasmesso da noi il 30 gennaio 2013 (in terra nipponica il 7 gennaio 2005). In questo episodio vediamo Nobita sgridato dal suo maestro per essere arrivato in ritardo a scuola. Una puntata qualsiasi, come è successo con tanti altri cartoni animati anni ’80.