Ad annunciarne la scomparsa i fratelli dell’attrice, Giovanni e Carlo, insieme al figlio Tomaso Redaelli. Nata a Moncalieri nel 1936, Giuliana Calandra inizia giovanissima la sua carriera in teatro, entrando nella compagnia di Anna Proclemer e Giorgio Albertazzi, e alla fine degli anni Cinquanta debutta come attrice di prosa in tv. Il suo periodo d’oro risale al biennio 1973-1974, quando recita negli sceneggiati “Napoleone a Sant’Elena” e “Anna Karenina”.

All’inizio il cinema le affida solo piccole parti: “8 e mezzo” (1963) di Federico Fellini, “Deserto rosso” (1964) di Michelangelo Antonioni, “Vaghe stelle dell’Orsa” (1965) di Luchino Visconti e “Prima della rivoluzione” (1966) di Bernardo Bertolucci, fino a “Giù la testa” (1971) di Sergio Leone. Il suo “vero” esordio cinematografico è con Lina Wertmüller in “Film d’amore e d’anarchia” (1973), mentre il suo ruolo più celebre è quello della scrittrice assassinata nel suo bagno di casa al’interno del capolavoro di Dario Argento “Profondo rosso” (1975). Film nel quale, accanto a David Hemmings, Clara Calamai, Eros Pagni, Gabriele Lavia e Daria Nicolodi, è protagonista di una delle sequenze omicide più riuscite della storia del cinema per suspense e angoscia.

Negli anni ’80 Giuliana Calandra recita in alcune delle commedie più riuscite del decennio. Nel 1982 recita con Alberto Sordi in “In viaggio con papà” di Carlo Verdone, mentre nel 1984 interpreta due ruoli indimenticabili: la donna d’affari Patrizia in “A tu per tu” di Sergio Corbucci, affiancando due mostri sacri come Paolo Villaggio e Johnny Dorelli, e soprattutto Mara Canà, moglie di Lino Banfi-Oronzo Canà ne “L’allenatore nel pallone” di Sergio Martino, forse la migliore commedia sul calcio mai realizzata in Italia.

Nel suo curriculum anche film più impegnati come “L’ultima donna” di Marco Ferreri (1976), “Caro Michele” di Mario Monicelli (1976) e “Così come sei” di Alberto Lattuada (1978, accanto a Marcello Mastroianni). Negli ultimi anni era apparsa in tv nella sit-com “Commesse” (1999, nel ruolo della madre di Veronica Pivetti) e nella soap-opera “Incantesimo” (1998), mentre una delle ultime apparizioni in teatro era stata nella trasposizione del “Pasticciaccio” di Carlo Emilio Gadda.