Il cantante Edoardo Bennato in collegamento con “Esordi”, programma di Rai Radio 2, parla della sua carriera:

“Io sono tutt’ora un esordiente in virtù della sacrosanta teoria per cui ogni giorno devi cominciare da zero… anzi nel mio caso addirittura sotto zero”.

E ricordando i suoi esordi, Bennato racconta:

“Io ero un ragazzino e fui costretto a mettermi per strada. Avevo fatto la lunga gavetta regolamentare con Mogol, Battisti, Mara Maionchi, per nove anni… Mi ero iscritto a Milano alla facoltà di architettura perché a Milano c’erano le case discografiche e così frequentavo sia i corridoi delle case discografiche sia le aule dell’università. In quel periodo riuscii a fare un album, “Non farti cadere le braccia”, coinvolsi anche Roberto De Simone… dopo nove anni era la mia ultima chance”. 

E sul brano “Rinnegato” del 1973:

“Nell’album c’era anche un brano dal titolo ‘Rinnegato’, che è una dichiarazione ben precisa: aspettatevi da me quello che può fare un ‘rinnegato’, nel senso che mi muoverò controcorrente adesso da esordiente e sempre”.

Il cantante racconta che i suoi brani non venivano trasmessi in radio:

“Il direttore della Ricordi mi chiamò  e mi disse: ‘Senti Edoardo, noi il tuo album negli scaffali dei negozi ce lo abbiamo messo ma devi sapere che la regola fondamentale di questo mestiere è che tutto passa attraverso la promozione, se le radio non trasmettono i tuoi brani è fatica sprecata, quindi Edoardo, continua l’università, lascia perdere che per noi il contratto è sciolto’…”.

E poi prosegue:

“Mi feci costruire un tamburello a pedale da un fabbro e mi giocai l’ultima carta. A quel punto mi piazzai in un posto strategico a Roma proprio di fronte alla Rai… e feci dei pezzi punk… Riuscii nel mio intento. Passarono dei giornalisti che mi presentarono al direttore del loro giornale, che mi iscrisse ad un Festival Alternativo. Alla fine il direttore della Ricordi mi richiamò… “.