Tutti siamo cresciuti conoscendo il cane Balto grazie al film d’animazione del 1995 diretto da Simon Wells e prodotto da Steven Spielberg. Eppure dovete sapere che il cartone si ispira ad una storia vera: Balto è esistito davvero ed è stato realmente protagonista di un’azione eroica e coraggiosa, insieme ad altri cani.

Leggiamo la sua storia:

Balto è stato un cane da slitta, di razza siberian husky, di proprietà del norvegese Leonhard Seppala, vissuto in Alaska tra il 1919 e il 1933.  Nel 1925, durante l’attacco di difterite che colpì la città di Nome, in Alaska, Balto trainò la slitta che trasportava l’antitossina nell’ultimo tratto del percorso per portarla in città.

Lo scoppio della pandemia

Il 19 gennaio 1925 era scoppiata a Nome (Alaska) una violenta epidemia di difterite senza che ci fosse l’antitossina necessaria per curare tutti i nuovi casi. Il primo caso di difterite si ebbe con un bambino inuit di due anni. Il medico locale, assistito da alcune infermiere, diagnosticò una tonsillite, perché nessuno dei familiari aveva sintomi della difterite. Il bambino morì la mattina seguente e da lì molti altri casi di “tonsillite” si verificarono; il fatto che la madre del primo bambino malato non avesse autorizzato l’autopsia rese l’epidemia ancora più grave.

Dopo altri casi accertati di difterite, la cittadina venne messa in quarantena, con l’urgenza di avere almeno un milione di unità di antitossina. La scorta più vicina si trovava ad Anchorage, che era lontana più di 1700 chilometri e non era direttamente collegata a Nome. Una ferrovia arrivava solo fino a Nenana, a quasi mille chilometri dalla cittadina. Il maltempo, inoltre, non permetteva agli aerei di alzarsi in volo e gli iceberg non permettevano alle navi di attraccare. Si decise quindi di organizzare una staffetta con cani da slitta che normalmente venivano utilizzati per trasportare la posta.

La corsa

Per la missione di recupero del siero venne organizzata una staffetta di venti mute di cani da slitta che si assunsero il compito di trasportare l’antitossina da Nenana a Nome, distanti 600 miglia. Uno dei mushers (conducenti dei cani da slitta) era il norvegese Leonhard Seppala, il guidatore più abile dell’Alaska, che con il suo cane Togo, il più veloce della zona, fece 91 miglia da solo. L’ultimo tratto venne però percorso da Gunnar Kaasen con l’altro cane di Leonhard Seppala, Balto, che il proprietario considerava buono solo per portare la posta per brevi tratti. Balto arrivò fu l’ultimo cane ad arrivare in città. L’antitossina aveva percorso 674 miglia in circa 127 ore e mezzo (poco più di cinque giorni) con una temperatura media di 40 gradi sotto zero (arrivò infatti congelata); i normali corrieri lo facevano in 25 giorni.

Riconoscimenti

Nononstante non fosse stato l’unico cane eroe della staffetta, Balto, stato l’ultimo che completò la corsa a Nome, divenne il più famoso e venne onorato con un cortometraggio girato nello stesso anno (Balto’s race to Nome, 1925, 30′ circa) , oltre che con una statua nel Central Park di New York.

Balto e Kaasen fecero anche un giro negli Stati Uniti, dove furono elogiati da tutti. Seppala, sapendo che erano stati lui e Togo a fare la parte più impegnativa, riuscì ad ottenere un riconoscimento ufficiale (grazie anche all’amico Roald Amundsen, famoso esploratore artico) e si diresse con il suo cane Togo a fare lo stesso giro di Kaasen, mentre quest’ultimo tornò in Alaska dopo aver venduto tutti gli otto cani.

La morte di Balto 

Balto successivamente fu acquistato insieme alla sua muta per esibirsi in uno spettacolo circense. Un tale George Kimble, un commerciante di Cleveland, notò i cani in pessime condizioni e organizzò quindi una raccolta di beneficenza per trovare i soldi per poter comprare gli animali. Kimble li portò quindi nello zoo di Brookside a Cleveland, curati dal dottor Powell. Cieco, sordo e artritico Balto si è trascinato fino all’età di 14 anni, morendo il 14 marzo del 1933; Togo morì a 16 anni.

Il corpo di Balto fu imbalsamato e si trova nel Museo di Storia Naturale a Cleveland; il corpo imbalsamato di Togo è invece nel Museo di Storia Naturale di Wasilla in Alaska.

Dopo 70 anni dall’impresa, nel 1995, uscì il film d’animazione liberamente ispirato alla storia e prodotto dalla Amblimation. Nel 2002 e nel 2004 ha avuto due seguiti, Balto 2 – Il mistero del lupo Balto 3 – Sulle ali dell’avventura.