Il film

Ventisei anni dopo l’uscita di Febbre da cavallo, commedia cult diretta da Steno nel 1976, i figli del regista Enrico e Carlo hanno realizzato un sequel del film nel 2002, Febbre da cavallo – La mandrakata. Il film ha incassato nel totale 14.396.769 euro.

La trama

Nonostante la fine del suo matrimonio e la promessa alla nuova fidanzata Lauretta di chiudere con gli ippodromi, Bruno Fioretti detto “Mandrake” non ha perso il vizio di giocare ai cavalli. Infatti continua imperterrito a scommettere insieme ai suoi nuovi soci: “Micione”, quarantenne disoccupato che vive ancora con i genitori a cui ruba gli spiccioli per le scommesse, e l'”Ingegnere”, studente in Giurisprudenza fuori corso. I tre, dopo un ottimo inizio dovuto alle capacità informatiche dell’ingegnere, ricominciano sistematicamente a perdere, finché un giorno, durante una corsa, Mandrake nota che un cavallo brocco che arriva sempre ultimo, di nome “Come va va”, è esteticamente identico a Pokémon, cavallo plurivincente di proprietà del conte De Blasi. A quel punto concepisce una truffa delle sue: acquistato a poco prezzo “Come va va”, scambia nascostamente i due cavalli in modo da far alzare le quotazioni di Pokémon, facendo correre e perdere il brocco al suo posto. Nella truffa vengono coinvolti anche Aurelia, ex fiamma di Mandrake, e il ragionier Antonio Faiella, napoletano truffato da Mandrake.

Il commento di Proietti

Nel cast troviamo il ritorno di Gigi Proietti nel ruolo di Mandrake: è il primo film dopo quasi vent’anni in cui l’attore recita in un ruolo pienamente compiuto. In una vecchia intervista, rilasciata proprio a ridosso dell’uscita del film, l’attore disse:

Io questo film l’ho fatto perché voglio bene ai Vanzina, e sono legato a Mandrake! Anche a me, come a Montesano, capita spesso di essere fermato da “febbristi” che mi chiedono notizie sulle corse..quale cavallo puntare ecc.! (ride) Per anni ho ricevuto inviti a realizzare questo seguito e anche i Vanzina me ne parlavano spesso, quindi alla fine questa mia rentrèe la dedico al pubblico e a Carlo ed Enrico, oltre che alla memoria del grande Steno. Fare un terzo film? Magari, perché no! Faremo una saga come “Il Signore degli anelli”…la chiameremo “Il Signore dei cavalli”!

Nella stessa situazione Montesano disse:

Ritornare in questi panni ha fatto un grande effetto! Pensa che spesso la gente mi ferma per strada e mi dice: “A Pomà, ce l’hai un cavallo bbono?” Inizialmente questa cosa mi lasciò interdetto! Non riuscivo a capire perché quel film aveva avuto così tanto seguito…non sto dicendo che il film non fosse bello, per carità, stiamo parlando di Steno e poi di un gruppo di bravissimi attori, ma non capivo perché proprio “quel” film e non un altro. Poi col tempo ho imparato a convivere con questo mio “alter ego” artistico!

Fonte: www.palcoscenico.biz