Sul podio delle commedie più apprezzate di Leonardo Pieraccioni per molti c’è il suo terzo film da regista, Fuochi d’artificio, uscito nel 1997 dopo l’enorme successo de I laureati e de Il ciclone usciti rispettivamente nel 1995 e 1996. Il film venne ancora una volta accolto benissimo dal pubblico italiano, tanto da diventare il suo secondo maggior successo al box office con oltre 60 miliardi di lire incassati (il primo resta Il ciclone).

Trama

Ottone (Pieraccioni) racconta la sua storia ad uno psicanalista incontrato per caso sulla spiaggia di una località esotica dove entrambi si trovano in vacanza: egli lavora in un negozio di animali insieme a Lorenza (Claudia Gerini), della quale è pazzamente innamorato Germano (Ceccherini), suo storico e stravagante amico che da tempo le invia regali di ogni tipo firmandosi semplicemente come “l’anonimo”. Dopo aver scoperto il tradimento della sua partner col macellaio del paese, Ottone va a vivere in un appartamento in compagnia di due fidanzati, la sua vecchia amica Barbara e Roberto detto “Er Patata”, agli arresti domiciliari a causa del pestaggio ai danni di un vigile urbano. Nei giorni in cui, rientrando in casa, trova la coppia in focosi atteggiamenti sessuali Ottone si rifugia al piano superiore dall’amica Demiù, con cui si diverte a giocare e a fare dei piccoli balli, i cosiddetti “passettini”, al ritmo di musica latino-americana.

Il ruolo d’esordio de Er patata

Fuochi d’artificio segnò l’esordio cinematografico di Roberto Brunetti, aka Er Patata, purtroppo scomparso proprio quest’anno, lo scorso giugno. In una vecchia intervista, Brunetti, che fino ad allora non aveva alcuna esperienza con la recitazione (lavorava come pescivendolo), ha raccontato così il suo simpatico ingresso nel film:

Come ci finisci nel carrozzone del cinema?

“Capodanno del ’97, con Pieraccioni e Giovanni Veronesi a casa di Alessandro Haber. Tutti amici di Monica. A ridere, scherzare e pigliare in giro Haber che s’incazzava di brutto. Qualche giorno dopo mi chiamano Pieraccioni e Veronesi: ti dobbiamo parlare”.

Nessuna idea di fare l’attore?

“Non me fregava niente. Anzi, da pesciarolo io volevo fare magari l’elettricista sul set. Chi ci pensava a fare altro…”.

E invece…

“Vengono a cena. “Devi fare il film nostro”, mi dicono. Il film era Fuochi d’artificio. Monica era felice, le brillavano gli occhi. “Voi siete matti!”, dico io. “Che se fa in questi casi?”. Il copione, un provino”.

Hai fatto il provino?

“Sì, per modo di dire. Ero ansioso e m’ero fatto due canne prima. Non sapevo niente. Il regista mi dice: “Fa conto che lì c’è un  pappagallo. Dialoga con lui”. Sudavo. Non sapevo che fa’…Non ce l’ho fatta e me ne sono andato”.

Un fallimento.

Poi ho chiamato Chicco Stella, un regista e produttore amico di Monica che mi ha insegnato un sacco di cose. Richiamo Pieraccioni. “So’ pronto, vengo a fare il provino. Stavolta vado senza canne, un successo. Pieraccioni e Veronesi l’hanno scritta su di me la parte”.

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