«Non è giusto, è una pressione che non merito. Sono trent’anni che mi faccio il mazzo… adesso possiamo anche dire “vediamo come è vestita”, no?». Tra i nomi più attesi a questo Festival di Sanremo, Giorgia si racconta con ironia in una nuova intervista al Corriere.

Sulla pressione di chi si aspetta a tutti i costi una grande prova vocale, dice:
«Non mi stimola, non mi dà la carica. Mi piace invece sentire la responsabilità dell’affetto del pubblico: è un legame che non ha prezzo. Però questa cosa del fare l’esame bene non mi piace: la musica deve essere emozione. Anche una nota imprecisa ti può emozionare». E scherza sull’autotune: «L’ho chiesto… dicono che dopo una certa età non te lo danno…».

A chi la dà già vincitrice, fa gli scongiuri: «Faccio le corna, tocco pugnali dorati tibetani… fondamentalmente vorrei non cascare dalle scale…»

Poi ripercorre così i suoi vecchi Sanremo degli anni ’90:

«Il Sanremo Giovani 93 inventato da Baudo che ti qualificava per le Nuove proposte. Ne uscii benissimo con “Nasceremo”, ma al Festival arrivai settima con “E poi”. Vidi la tragedia sulle facce dei miei discografici e produttori… Sembrava tutto perduto». E invece? «Nel 1995 ci fu una specie di ripescaggio. Nessuno pensava a me… Arrivo con “Come saprei” scritta da Eros e vinco. Morandi, che era in gara, mi rimprovera ancora (e imita la voce ndr): “Sei arrivata dal nulla e sei scappata via”. E anche con Fiorello, c’era anche lui, ci ridiamo sopra»

«La sensazione del premio in mano? Ce l’ho nitida: fu emozionante, ma non me la sono goduta. C’era inconsapevolezza, come quella di quando diventi genitore, ci metti un po’ a capire quello che è successo».

Quando lo capì? «Qualche settimana dopo, in via del Corso: esco, con lo stesso completino della vittoria, e scatta l’assedio della gente. Un’amica mi ha infilato su un taxi al volo. Ho capito che qualcosa era cambiato anche se poi ho sempre cercato di vivere il successo con fatalità: oggi c’è domani chissà. Questo viene dall’aver visto mio papà passare dal successo al niente».

Nel 1996 ancora sul podio con «Strano il mio destino». L’anno delle polemiche per la vittoria di Ron… 
«Finimmo tutti a testimoniare in Procura, ma non uscì nulla. Che esagerazione! Si trattava di canzoni. E comunque Baudo era persona onesta e integra».