Compie oggi 67 anni Giulio Scarpati, attore dalla lunga carriera e ricordato al grande pubblico per aver interpretato Lele Martini nella serie Un medico in famiglia. Scarpati recitò nella serie ad intervalli, nelle prime due stagioni, poi dalla sesta alla ottava e poi nella decima. Ma come ottenne la parte? Lo raccontò tempo lui in un’intervista a TV Sorrisi e Canzoni:

La proposta di interpretare il ruolo di Lele gli arrivò mentre si trovava in Venezuela per un’altra fiction. Inizialmente perplesso per la durata (erano previsti 14 mesi di lavorazione a Roma), Scarpati si convinse per un motivo ben preciso, racconta:

«Ero in albergo in Venezuela e alla fine della giornata di riprese e incappai in una puntata di “Médico de familia”, il format originale spagnolo su cui era basata la serie italiana. Pensai che fosse un segno del destino e fu così che accettai la proposta. Appena tornato a Roma, avevo ancora la barba lunga del mio personaggio che era un missionario comboniano, andai a incontrare il produttore della Publispei Carlo Bixio».

Da lì cominciò l’avventura che gli fece conoscere Lino Banfi, Lunetta Savino, gli interpreti dei tre bambini e tutto il resto del cast:

«Cominciammo subito a fare le prime letture tutti insieme, soprattutto per creare un rapporto con i bambini che nella prima stagione erano piccoli: Eleonora Cadeddu, che interpretava Annuccia, aveva solo 2 anni. Così individuammo meglio alcuni ruoli e scoprimmo per esempio che Ugo Dighero, chiamato per fare il marito di Cettina (ruolo poi interpretato da Enrico Brignano ndr), era invece perfetto nei panni del mio amico Giulio».

Su come fu lavorare con dei bambini così piccoli, Scarpati racconta:

«La fatica maggiore la facevano sicuramente loro. Nelle prime stagioni erano sempre in scena. Noi però eravamo tutti lì, pronti a coccolarli. Mi ricordo che a una festa di fine stagione Eleonora disse: “Ora mi tocca tornare a quella noia di asilo!”».

Sul rapporto con Lino Banfi:

«Stabilimmo subito un ottimo rapporto. Si scherzava tanto ma si lavorava seriamente, con lui come con tutti. E questo, credo, è stato uno dei motivi del successo. Non a caso grazie a “Un medico in famiglia” sono nate amicizie che coltivo ancora oggi: Ugo Dighero, Paolo Sassanelli, Tiziana Aristarco e Riccardo Donna».