Il film

Uscito nel 1985 sotto la regia di Neri Parenti, 
il film è stato girato a Roma, con riprese esterne nei quartieri Tuscolano — dov’è presente la reale location della caserma dei pompieri — e Don Bosco. Protagonisti del film sono Paolo Villaggio, Lino Banfi, Massimo Boldi, Christian De Sica e Andrea Roncato.

La trama

Nella caserma dei vigili del fuoco “Settecamini” di Roma, la scalcinata Squadra 17 affronta le missioni con insuccessi clamorosi, attendendo invano un’occasione di riscatto. Caposquadra è Armando Bigotti, affetto da sonnambulismo e con evidenti problemi di approccio con le donne. Questi ha ai suoi ordini Daniele Traversi, giovane padre rimasto da poco vedovo, con qualche problema nell’organizzarsi tra la vita in caserma e il dovere di accudire il figlio Tonino; Alberto Spina, un viziato ragazzo che sta espletando gli obblighi di leva, nonostante si vanti di ipotetiche raccomandazioni che potrebbero evitargli questo peso; Nicola Ruoppolo, un ex pompiere di mezza età richiamato al servizio; infine Paolo Casalotti, il quale per un errore burocratico è tra i richiamati al servizio, nonostante non abbia mai fatto parte del corpo, ritrovandosi così catapultato in una realtà a lui estranea. Le loro peripezie sono seguite dall’invadente cronista di Telecosmo, Max Pirovano con l’operatore Tom.

Tutti loro devono fare i conti col severo comandante Pacini, responsabile della caserma. Contemporaneamente alle disastrose prestazioni lavorative, vengono alla luce anche le vicende private della Squadra 17.

Il ricordo di Neri Parenti

Un curioso aneddoto sul film l’abbiamo scoperto da Neri Parenti (il regista) grazie al suo libro “Due Palle…di Natale“:

“Con tutte queste riprese notturne e le lunghe attese per la preparazione degli incendi, quella manica di figli di pu…dovevano ingannare l’attesa. Non c’erano telefonini e social, quindi l’unico modo per passare il tempo era prendersela con qualcuno, e quel qualcuno era Lino Banfi. Paolo villaggio, Massimo boldi, Christian De Sica, Ricky Tognazzi, Gigi e Andrea non facevano che tormentare il povero Lino. Ogni volta trovavano il modo per metterlo in mezzo. All’inizio, cercarono di annichilire Banfi culturalmente, malgrado nessuno di loro fosse un fine intellettuale, anzi. Prima di incontrarsi con Lino, facevano una ricerca molto accurata di parole difficili sul vocabolario, parole complesse soprattutto incomprensibili, poi arrivavano sul set iniziando a usare quei paroloni in presenza di Lino per farlo sentire un ignorante: “non sai che significa irrefragabile?” Gli domandavano stupiti, per poi spiegarglielo come un bambino. All’ennesimo tranello dei colleghi, quando gli domandarono stupidi e scandalizzati “non ci dire che non hai letto lui nulla di Goethe” Lino Banfi ci penso un attimo, e poi rispose da vero intellettuale: “Ma andate tutti a fanculo!”. Aveva capito il gioco.