Léon è un film del 1994 diretto da Luc Besson, interpretato da Jean Reno, Natalie Portman e Gary Oldman. Con il suo 29º posto nella IMDb Top 250, è il film francese con la posizione più alta in classifica. Il soggetto e la sceneggiatura sono sempre di Besson il quale, per la parte dello spietato killer Léon, scelse l’attore francese a cui aveva già fatto recitare un ruolo molto simile in Nikita (L’eliminatore). 

Natalie Portman, all’inizio del casting, sembrava troppo giovane per la parte di Mathilda, ma Besson cambiò idea dopo averla vista recitare; per tale ruolo fu presa in considerazione anche Liv Tyler, ma venne ritenuta troppo “vecchia” poiché all’epoca già diciassettenne. Dopo avervi parlato di come l’attrice girò le scene di pianto ecco a voi due curiosità importanti.

IL TERRORISMO SESSUALE

Natalie Portman ha raccontato di aver provato sulla sua pelle cosa significa il «terrorismo sessuale»: aveva 13 anni, aveva appena recitato nel suo primo film (Léon appunto) quando ricevette la prima lettera da parte di un fan: la gioia di una bambina innocente che coglieva il primo frutto della celebrità andò a scontrarsi subito con la cattiveria che sa regalare il mondo degli adulti, perché la lettera conteneva una fantasia di stupro. Per lei fu un grande shock.

“Avevo 13 anni ed ero molto felice di avere una risposta dal pubblico rispetto al mio lavoro. Così aprii con entusiasmo la prima lettera ricevuta da un fan e il suo contenuto era una fantasia di stupro su di me”

L’attrice, oggi 38 anni e un Oscar come miglior attrice protagonista per “Il cigno nero”,  condivise questa bruttissima esperienza, che andò a rendere negativa la sua esperienza in un film cult, parlando a una folla di migliaia di donne alla Women’s March di Los Angeles.

Purtroppo i disagi non finirono solo con la mail ma ci fu ben altro: 

“Una radio locale iniziò un conto alla rovescia per il mio diciottesimo  compleanno, il momento in cui sarebbe stato legale potere andare a letto con me. Molti critici cinematografici parlarono del mio seno acerbo nelle recensioni. Ho capito molto rapidamente, anche se avevo solo 13 anni, che se avessi espresso la mia sessualità mi sarei sentita in pericolo e gli uomini si sarebbero sentiti autorizzati a discutere e oggettivare il mio corpo, senza preoccuparsi del mio grande disagio”.

In conclusione del suo discorso la Portman sottolineò quanto fosse stato «chiaro», quando aveva solo 13 anni, «il messaggio della nostra cultura». «Sentivo il bisogno di coprire il mio corpo e inibire il mio modo di esprimermi, così da riuscire a comunicare al mondo che ero una persona degna di sentirsi al sicuro e rispettata».

IL FINALE ALTERNATIVO PIÙ CRUDO

Il finale originale di Leon è stato concepito per essere molto più dark di quello che emerge nella versione definitiva. Piuttosto che piantare l’arbusto preferito di Leon fuori dall’orfanotrofio per onorare la sua memoria e iniziare una nuova vita, Mathilda impazzisce causando la propria morte.

Quando Stansfield uccide Leon, il finale originale prevedeva che Mathilda aprisse la sua giacca mostrando una serie di granate allacciate al suo giubbino. Avrebbe quindi eseguito il “trucco dell’anello” che Leon le aveva insegnato in precedenza facendo esplodere l’edificio. Alla fine, questo è stato ritenuto troppo oscuro e incoerente con la natura di Mathilda Besson cambiò il finale.

FONTE SCREENRANT