Simbolo della romanità, si spegneva 27 anni fa a causa di un infarto nella sua casa a Roma Mario Brega, all’anagrafe Florestano Brega. L’attore, che vanta una carriera molto lunga, viene ricordato prevalentemente per i suoi indimenticabili ruoli comici nei film di Carlo Verdone e per ruoli più drammatici nei film di Sergio Leone.
Mario ha saputo conquistare i cuori di più generazioni per la sua proverbiale anima popolare romana e molto ‘caciarona’.

Mario

La sua carriera con Sergio Leone, divenuto ben presto un suo caro amico, comincia quando recita nei ruoli di Chico in Per un pugno di dollari (1964), di El Niño in Per qualche dollaro in più (1965) e del caporale dell’esercito nordista Wallace in Il buono, il brutto, il cattivo (1966). In Per un pugno di dollari e in Buffalo Bill, l’eroe del Far West recita con lo pseudonimo di Richard Stuyvesant. In quest’ultimo, una scena di uno scontro a pugni con l’attore Gordon Scott, degenera in un vero pestaggio da parte di Brega in quanto più volte colpito dall’americano con eccessivo realismo. Recita anche il ruolo di uno dei due gangster che vanno alla ricerca di Noodles (Robert De Niro) nel teatro cinese, all’inizio di C’era una volta in America (1984).

La collaborazione con Carlo Verdone comincia, invece, nel 1980 con il film Un sacco bello, dove interpreta il padre comunista del figlio hippy Ruggero (Verdone) in cui ha regalato infinite perle. Com’è stato per la scena in cui, accusato d’essere “fascio”, ha replicato gridando “so comunista così, io”. Una battuta non prevista nel copione, totalmente improvvisata. Impossibile da dimenticare. Prosegue poi in Bianco, rosso e Verdone (1981) nel ruolo del camionista, er Principe, che si fermerà per fare un’iniezione alla Sora Lella. Nel 1982 appare sempre accanto a Verdone nel film Borotalco, dove interpreta il padre dell’attuale ragazza di Sergio, nonché possessore di un alimentari. Meno di rilievo invece il ruolo di Brega nel film Troppo forte del 1986.