SINOSSI

Michael B. Jordan e i premi Oscar® Jamie Foxx (“Ray”, “Baby Driver – Il genio della fuga”, “Django: Unchained”) e Brie Larson (“Room”, “Short Term 12” e “Captain Marvel”), sono i protagonisti de “Il diritto di opporsi”, un dramma illuminante che porta sul grande schermo una delle storie più importanti del nostro tempo.

Il premiato regista Destin Daniel Cretton (“Il castello di vetro”, “Short Term 12”) ha diretto il film da una sceneggiatura che ha co-scritto, tratta dal pluripremiato best-seller di memorie ad opera di Bryan Stevenson.

“Il diritto di opporsi” si basa sulla vera storia, potente e stimolante, del giovane avvocato Bryan Stevenson (Jordan) e la sua storica battaglia per la giustizia. Dopo essersi laureato ad Harvard, Bryan avrebbe potuto scegliere fin da subito di svolgere dei lavori redditizi. Al contrario, si dirige in Alabama con l’intento di difendere delle persone condannate ingiustamente, o che non avevano una rappresentanza adeguata, con il sostegno dell’attivista locale Eva Ansley (Larson). Uno dei suoi primi casi, nonché il più controverso, è quello di Walter McMillian (Foxx), che nel 1987 viene condannato a morte per il famoso omicidio di una ragazza di 18 anni, nonostante la preponderanza di prove che dimostrano la sua innocenza, e il fatto che l’unica testimonianza contro di lui è quella di un criminale con un movente per mentire. Negli anni che seguono, Bryan si ritroverà in un labirinto di manovre legali e politiche, di razzismo palese e sfacciato, mentre combatte per Walter, e altri come lui, con le probabilità – e il sistema – contro.

Fanno parte del cast principale anche Rob Morgan (“Mudbound”) nei panni di Herbert Richardson, un detenuto che si trova nel braccio della morte in balia del proprio destino; Tim Blake Nelson (“Wormwood”) nel ruolo di Ralph Myers, la cui cruciale testimonianza contro Walter McMillian verrà messa in discussione; Rafe Spall (“La grande scommessa”) è Tommy Chapman, il procuratore distrettuale che si batte per la colpevolezza e la condanna di Walter; O’ Shea Jackson Jr. (“Straight Outta Compton”) nei panni di Anthony Ray Hinton, un altro detenuto condannato a morte ingiustamente, la cui causa viene presa in carico da Bryan, e Karan Kendrick (“Il coraggio della verità”) nel ruolo della moglie di Walter, Minnie McMillian, che è sempre rimasta al fianco di suo marito.

Il film verrà distribuito in tutto il mondo da Warner Bros. Pictures ed uscirà nelle sale italiane il 30 gennaio 2020.

RECENSIONE

Come nel libro, il film mostra una storia di povertà, pregiudizio e razzismo istituzionale all’interno di un clamoroso errore giudiziario – il caso di Walter McMillian, un afroamericano condannato a morte per un crimine che evidentemente non ha commesso. Tuttavia, come chiarisce la perfetta sceneggiatura  di Cretton e Andrew Lanham, il caso di McMillian non è stato l’unico; è solo l’esempio di un sistema socioeconomico forgiato nella fornace della schiavitù porta ancora le catene del suo passato. 

Il film si apre nel 1987, nella contea di Monroe, in Alabama, dove McMillian (un falegname ) alias Jamie Foxx quasi irriconoscibile viene arrestato per l’omicidio dell’adolescente bianca Ronda Morrison. I cartelloni pubblicitari nella cittadina si vantano del fatto che Monroeville sia la città natale di Harper Lee (“Dai un’occhiata al museo Mockingbird”, afferma il procuratore distrettuale di Rafe Spall, “è uno dei grandi monumenti dei diritti civili del sud”), ma l’animo di Atticus Finch non sembra seguire questo ideale di giustizia. Quando Stevenson (Michael B Jordan), istruito ad Harvard, inizia a difendere i detenuti nel braccio della morte, McMillian – alias Johnny D – è in attesa di esecuzione con poche speranze di grazia e una pessima fiducia negli avvocati. Tuttavia, in qualità di co-fondatore della Equal Justice Initiative (EJI), Stevenson è determinato a fare la differenza e, nonostante le titubanze iniziali del suo potenziale cliente continua nel suo intento.

Prima di scendere nel dettaglio del film giova ripetere che il film non è stato preso in considerazione per gli Oscar suscitando le ire di molti afro-americani che con l’hashtag #OscarsSoWhite comunicano il loro rammarico nella mancanza di riconoscimento anche per altri attori come Lupita Nyong’o , Jennifer Lopez , Awkwafina , Song Kang-ho. Per molti la mancanza di nomination a differenza del miglior film dello scorso anno scorso, Green Book , sembra dovuta al fatto che il film è molto attuale. 

La trama è molto accattivante e molto triste in alcuni momenti, specie quelli delle esecuzioni e dei rapidi cambi di scenario nel tribunale dove si passa dalla colpevolezza all’innocenza in breve tempo. Per quanto riguarda gli attori sottolineiamo Brie Larson in una performance di supporto insolitamente poco appariscente, che aiuta a raccontare la storia senza mai rubare i riflettori ai due protagonisti. O’Shea Jackson Jr e Rob Morgan sono assolutamente convincenti nei panni di Anthony Ray Hinton e Herbert Richardson, compagni detenuti nel braccio della morte la cui colpa o innocenza diventa secondaria rispetto allo spettro infernale della pena capitale, che viene evocato con lo stesso pathos nel film Oscar di Tim Robbins del 1995 Dead Man Walking. Per quanto riguarda Foxx e Jordan, la loro recitazione conferisce maggior peso alla narrativa specialmente in due scene (una nella resa dei conti in aula, una in carcere.