Indiana Jones e il tempio maledetto è il secondo capitolo della saga cinematografica di Indiana Jones, diretto da Steven Spielberg su un soggetto di George Lucas.

Il film uscì nel 1984, tre anni dopo il successo del primo capitolo. Fin dalle prime discussioni riguardo a Indiana Jones, George Lucas espresse l’intenzione di produrre una trilogia e richiese da parte di Steven Spielberg l’impegno a dirigere tre film. Il primo episodio della saga, I predatori dell’arca perduta (1981), era uscito nelle sale cinematografiche solo da un paio di settimane quando si cominciò a progettarne il sequel, che poi di fatto si rivelò essere un prequel, essendo ambientato un anno prima del precedente film, ovvero nel 1935.

Trama

Nel 1935 l’archeologo Indiana Jones, in Cina, recupera per un potente di Shangai un prezioso cimelio. Ma il potente fa di tutto per farlo fuori e Indiana è costretto a fuggire su di un piccolo aereo insieme ad una cantante di cabaret – Willie – e ad un ragazzino cinese che gli fa da guida, Shorty. Abbandonato dai piloti, l’aereo precipita sulle montagne tibetane ai confini con l’India e Indiana Jones e gli altri si salvano miracolosamente planando su un ghiacciaio a bordo di un canotto pneumatico. I tre arrivano in un povero villaggio che sta morendo, dopo che i “thugs”, i crudeli seguaci della dea Kalì, hanno portato via sia una miracolosa pietra che proteggeva tutto e tutti, e tutti i bambini. Indiana e i suoi compagni partono su tre elefanti verso la città di Pencot, dove regna un maraja bambino ricchissimo, attorniato da ministri e sacerdoti potenti, quanto cattivi. Scoprono l’esistenza del sotterraneo tempio del Male, con il simulacro orribile della sanguinaria dea: è là che scintilla la magica pietra, fra teschi, sacrifici umani e fiamme permanenti.

L’esordio di Ke Huy Quan

Dopo la vittoria di quest’anno agli Oscar come miglior attore non protagonista, Ke Huy Quan, l’interprete del piccolo Shorty, ci ha regalato tanti ricordi e momenti emozionanti su Indiana Jones. L’attore ha ricordato in diverse occasioni come ottenne la parte in maniera del tutto inaspettata (ve lo raccontammo qua) e come sul set si ritrovò a vivere dei momenti indimenticabili. Tra questi ci fu un incontro con Mark Hamill e Carrie Fisher… senza sapere chi fossero.

“Un giorno due adulti sono venuti a trovarci e non sapevo nemmeno chi fossero in quel momento. Erano Carrie Fisher e Mark Hamill, e abbiamo passato un intero pomeriggio insieme. È stato solo dopo il film quando me lo hanno mostrato, quando George Lucas ha proiettato ‘Star Wars’ per me, che ho realizzato ‘Oh mio Dio, quel pomeriggio mi stavo divertendo così tanto con Luke Skywalker, Han Solo e la Principessa Leia!'”

Nel corso di altre interviste, Ke ha parlato anche delle accuse di “razzismo” rivolte al secondo capitolo, difendendo così la pellicola:

Spielberg è stata la prima persona a mettere un volto asiatica in un film di successo di Hollywood. Short Round è divertente, è coraggioso, salva Indy. All’epoca era una rarità. Per molti anni, dopo, siamo tornati al punto di partenza.”

“Stiamo parlando di qualcosa che è stato fatto quasi 40 anni fa. Era un’epoca diversa”, ha detto l’attore. “È così difficile giudicare qualcosa così tanti anni dopo. Non ho altro che bei ricordi. Non ho davvero nulla di negativo da dire al riguardo.”