LA RUOTA DELLE MERAVIGLIE

(Wonder Wheel)

scritto e diretto da

WOODY ALLEN

con

JIM BELUSHI

JUNO TEMPLE

JUSTIN TIMBERLAKE

KATE WINSLET

Con un’impressionante media di un film all’anno, torna sul grande schermo la regia di Woody Allen. Lo scorso anno ci aveva trasportato negli anni Trenta con il suo Cafè Societyquest’anno un balzo temporale di vent’anni ci porta alla New York degli anni Cinquanta, o meglio, nei pressi del vivace Luna Park della penisola di Coney Island (a sud di Brooklin). 

La storia ruota (metafora del titolo?) attorno a quattro personaggi: Ginny (Kate Winslet), è un’ex attrice quarantenne, donna malinconica ed emotiva, cameriera presso un modesto ristorante di pesce e sposata con Humpty (Jim Belushi), giostraio ex alcolizzato, con il quale vive insieme al figlio avuto da un altro uomo. Ad entrare nella loro ‘quiete’ familiare arriva Carolina, figlia di Humpty, giovane bellissima in fuga da un gruppo di gangster, gang del marito. La vita di Ginny migliora con l’incontro dell’affascinante bagnino Mickey (Justin Timberlake), aspirazionte commediografo nonché voce narrante della storia, con il quale intraprende una relazione extraconiugale.

La scrittura dei personaggi di Allen è, come al solito, un marchio di fabbrica. Passioni, sogni, tradimenti e instabilità emotive fanno da perno a questa storia capace di tenere incollati e di entrare nello stato d’animo di tutti, principalmente in quello di Ginny. Un dramma sulla gelosia e la crisi esistenziale, costruito con grandi meriti in primis da Allen e dalla sua pungente ironia, ma non da meno dal cast (Kate sempre ad alti livelli) e da una fotografia eccezionale a cura di Vittorio Storaro, che ci regala uno splendido gioco di luci molto evidente, quasi come un quinto personaggio, che alterna e cambia colori caldi e freddi in base agli stati d’animo e l’umore dei personaggi. 

Musiche, costumi e scenografia altri elementi vincenti per questa ‘chicca’ di film, che ci lascia, come spesso accade a causa del pessimismo alleniano, in un galleggiante stato di malinconia.