Nonostante alla sua uscita abbia diviso pubblico e critica, L’avvocato del diavolo è diventato con il tempo un grande cult degli anni ’90, grazie ai suoi dialoghi brillanti, un finale aperto e a interpretazione, ma soprattutto, diciamocela tutta, alla magistrale interpretazione di Al Pacino nei panni di Satana. 

Basato sull’omonimo romanzo di Andrew Neiderman, il film, diretto da Taylor Hackford, si ispira a diverse opere, tra cui Paradiso Perduto di John Milton (per il personaggio di Pacino viene usato esattamente lo stesso nome e viene citata anche la celebre frase “meglio regnare all’Inferno che servire in Paradiso”), la Divina Commedia di Dante, il Faust di Goethe e anche Quell’orribile forza di C. S. Lewis.

La trama del film ruota attorno alla storia di un avvocato infallibile, Kevin Lomax (Keanu Reeves) pronto ad assumere anche le cause moralmente inaccettabili pur di aumentare il proprio prestigio. Quando John Milton, capo di un grande studio legale di New York lo chiama per lavorare nella sua azienda, Kevin si trasferisce insieme a sua moglie Mary Ann (Charlize Theron) nella Grande Mela, ma l’incontro con l’enigmatico Milton porterà la coppia a nuove consapevolezze e Kevin dovrà rendersi conto di quale sia la sua vera natura.

L’improvvisazione di Pacino

Come raccontato in un’intervista a Business Insider, il regista del film Taylor Hackford assistette ad un’improvvisazione ammirevole da parte di Al Pacino avvenuta durante le prove della celebre scena nella quale John Milton confessa di essere il Diavolo. Il regista disse a Pacino e Reeves di provare ad improvvisare, così da mettersi a proprio agio:

Dissi loro di dimenticarsi del testo e di prendere le misure della stanza, così da entrare al 100% nella scena. Pacino si mise a camminare e lì assistetti alla migliore improvvisazione che avessi mai visto: tutt’a un tratto si mise a cantare “I met her in Monterey, in old Mexico”, una vecchia canzone di Frank Sinatra che non sentivo da 30 anni. Gli dissi: “Dove cavolo ti è uscita fuori questa?” E lui: “Non lo so, avevo voglia di cantarla”.

Hackford decise di mettere quell’improvvisazione anche nella versione finale del film, anche se le parole sono cantate da Sinatra e non da Pacino. “Ho pensato che il Diavolo potesse cantare come Sinatra, volendo” – ha dichiarato.

Keanu Reeves si ridusse lo stipendio per lavorare con Al Pacino

Di storie sulla magnanimità di Keanu Reeves se ne sono sentite molte e anche L’avvocato del diavolo ne ha una. Reeves, che nel 1997 era già parecchio conosciuto grazie a film come Speed, Dracula di Bram Stroker e Point Break, era ovviamente molto contento all’idea di poter lavorare a fianco di Al Pacino, così tanto che decise di ridursi lo stipendio di alcuni milioni di dollari per permettere ai produttori di assoldare senza problemi il grande Al.
Keanu fece la stessa identica cosa anche in altre occasioni, come ad esempio nel film del 2000 Le riserve per lavorare con Gene Hackman.

Alla fine L’avvocato del diavolo fu comunque un successone a livello di soldi: il budget del film fu di 57 milioni di dollari, soldi pienamente superati dagli incassi totali al box office che superarono i 152 milioni