Gianluigi Lentini, è stato intervistato dal Corriere della Sera dove ha raccontato alcuni dettagli sulla sua carriera, ecco un estratto:

Il Mondiale del ’94 è sfumato dopo l’incidente in auto nell’agosto ’93, quando era all’apice della carriera.

«Arrigo Sacchi, ct della Nazionale, credeva tanto in me. Beh, ai tempi era facile (ride). Dopo l’incidente mi chiamava regolarmente per sapere come stessi. Ma obiettivamente, anche se io non me ne rendevo conto, non ero in grado ancora di affrontare quel tipo di partite. Ho picchiato la testa, mi si sono rallentati i riflessi, ho dovuto ricominciare da zero. Ma quando subisci incidenti così, è difficile rendersi conto di quello che ti succede: dimentichi quello che hai visto pochi secondi prima, ma pensi sia normale. Peccato perché è successo nel momento migliore della carriera: ero all’apice dal punto di vista fisico, psicologico e di esperienze. Avevo 24 anni, dunque ero giovane ma non acerbo».

Ci racconti la notte dell’incidente.
«È stata una sera di sfortunate coincidenze, che porta a pensare: “Se qualcosa deve succedere, succede”. Era la notte tra il 2 e il 3 agosto del ‘93. Eravamo a giocare a Genova in amichevole. Siamo andati in pullman, la mia macchina era a Milanello. Il giorno dopo avevamo il giorno libero, non sarei stato a Milano. Ma per far sì che andassi via direttamente da Genova, qualcuno doveva portarmi la macchina e c’era bisogno che con lui ci fosse un’altra persona che lo riportasse indietro. Tutto un casino… Ho lasciato la chiave in portineria a Milanello, questa persona ha trovato chi lo accompagnasse e quindi mi ha portato la macchina a Genova. Senza questo incastro, sarei tornato in pullman a Milanello e non sarebbe successo nulla. Dopo la partita stavo andando verso Torino, in autostrada un camion ha perso i detriti: ci sono finito sopra, gomma bucata. A 500 metri c’era un Autogrill, mi sono fatto cambiare la ruota. Mi hanno detto: “C’è il ruotino di scorta, vai più piano”. Ma più piano quanto? Non lo sapevo. Ho scoperto dopo che il limite era 70 km/h. La mia auto faceva i 300 km/h, anche andando a 100 era piano, in un’autostrada vuota. Sarò andato al massimo a 120. Ma quella velocità ha fatto sì che il ruotino si riscaldasse e scoppiasse. Da lì in avanti non ricordo più nulla».

fonte CORRIERE