La cantante Loredana Bertè, in collegamento con la trasmissione Oggi è un altro giorno, si racconta. Parlando del colore dei suoi capelli, rivela:

“Il blu è il mio colore preferito, specialmente quello che porto in testa. E’ il mio colore, non è soltanto un periodo come per Picasso. Non sono la Fata Turchina e ho un animo punk rock… animo libero, fuori dagli schemi”. 

A proposito dell’esibizione a Sanremo con il suo ultimo brano “Figlia di…” e delle scarpe rosse sul palco, dichiara:

“Quando li ho appoggiati sotto l’asta di Sanremo… quelle magnifiche scarpe rosse che sono il simbolo del femminicidio. Io non ne posso più di sentirli ogni giorno… Perché queste donne non vengono mai prese sul serio, anche quando denunciano. Quindi io direi, oltre che denunciare… andarsene, girare i tacchi”.

La cantante ricorda la violenza subita quando aveva 16 anni:

“Lo sanno tutti che io sono stata violentata a 16 anni a Torino… Sono riuscita ad uscire da quello scannatoio e riversarmi nelle strade deserte di Torino, dove un tassista pietoso è venuto verso di me, mi ha visto in condizioni disastrose e mi ha portata all’ospedale e lì ci sono rimasta per dieci giorni… Non ho voluto più uomini per cinque o sei anni…”.

E ricordando la sorella Mia Martini, aggiunge:

“Mi sto accorgendo in questi ultimi anni che ho avuto una sola fortuna nella vita… Quella di incontrare una grande donna… Mimì… E di avere avuto la fortuna di essere stata sua sorella. Vorrei che ci fosse un’altra vita per tutto quello che non le ho detto mai abbastanza… ‘Ti voglio bene’, ‘Ti amo’, ‘Sei la mia vita’… Io la sento vicino a me sempre, specialmente prima di entrare sul palcoscenico”.

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