Mariah Carey ha raccontato nella sua autobiografia “The Meaning of Mariah Carey” alcuni gravi retroscena legati al suo ex marito, il produttore americano e ex capo della Sony, Tommy Mottola.

I due si erano conosciuti quando lei aveva 18 anni (lui 39) e l’aveva lanciata con il disco “All I Want for Christmas is You”, con l’obiettivo di farla diventare la “versione femminile” di Michael Jackson. Si sposarono nel 1993 ma Mottola dimostrò ben presto di essere un marito geloso e ossessivo, che la spiava giorno e notte, attraverso le telecamere di sicurezza della loro villa, e la faceva pedinare dai suoi uomini. «Mi teneva prigioniera» scrive Carey nel libro. La casa della coppia era «completamente sorvegliata da guardie armate»: la cantante la chiama «Sing Sing», come la prigione di massima sicurezza di New York. “Dovevo andare in silenzio in camera per cercare di scrivere le mie canzoni, quando dagli altoparlanti installati nella stanza arrivava puntuale la sua voce, che mi chiedeva ‘cosa stai facendo’?”. Una sera Mottola le fece una scenata furiosa dopo aver scoperto che era andata a mangiare un panino al Burger King insieme al rapper Da Brat.

Lo shock più grande subito dalla cantante, però, risale al 2014, periodo della loro separazione; quando lei gli comunicò l’intenzione di lanciarlo, lui prese un coltello da burro e lo fece scorrere lungo la guancia di Mariah. “Ogni muscolo del viso mi si paralizzò, il corpo restò impietrito, smisi di respirare”. Il tutto sarebbe avvenuto sotto gli occhi di due persone dello staff del marito. “I suoi ragazzi – si legge nel libro di Mariah Carey – guardarono senza fiatare, poi lui allontanò la lama. Io ero piena di rabbia per l’umiliazione che avevo subito, per questo spettacolo da vigliacco avvenuto in cucina. Per me fu l’ultimo show da prigioniera di Sing Sing”.

Oggi Mariah Carey, 50 anni, ha una relazione con il ballerino e coreografo Bryan Tanaka e sembra essere riuscita a mettersi alle spalle quel periodo complicato.