Ieri il mondo della musica ha perso Milva, grandissima voce italiana. L’artista si è spenta all’età di 81 anni nella sua casa a Milano, dove da anni aveva perso la coscienza del tempo e della memoria.

In seguito alla morte di Milva sono arrivati tanti messaggi da parte del mondo dello spettacolo, da Cristiano Malgioglio, a Claudio Baglioni a Pippo Baudo. Malgioglio ha scritto sui social:

“Sono troppo triste per esprimere il mio dolore, per la perdita di Milva, una amica, ma soprattutto la più grande Artista che il nostro Paese abbia mai avuto. Non so più cosa aggiungere… Non trovo le parole”.

Racconta invece Pippo Baudo in un’intervista al Corriere:

«Era un’artista vera, nel senso naturale della parola». Pippo Baudo descrive così Milva la Rossa. Lui, re di Sanremo. Lei, l’artista che più volte in assoluto ha calcato quel palco. «Era molto riconoscente perché il Festival l’aveva lanciata e così, ogni volta che le si proponeva di partecipare, non diceva mai di no». Nella mente del conduttore tornano quegli anni, la presunta rivalità tra dive: «C’erano lei, Mina e Iva Zanicchi: erano le tre divine creature del canto. Milva era una ragazza provinciale, nata a Goro. Poi era arrivato il teatro che l’aveva portata a leggere i classici. Perfino in tedesco, infatti diventò una grande star anche in Germania».

Nessuno è in grado di scoprire i talenti come lei. Come andò con Milva?

«Mi accorsi subito di come teneva la voce. Il suo timbro mi aveva incantato e in più, la cosa formidabile, era che la voce non si stancava mai: era impressionante, sembrava non facesse il minimo sforzo».

Come era sul palco?

«Quando arrivava lei, lo riempiva, anche per via di quella montagna di capelli rosso fuoco. E poi la sua mimica, unica. Era una donna di spettacolo, completa».

In Italia l’abbiamo sottovalutata?

«Di certo non è stata valutata da noi italiani come lo era stata all’estero, per esempio. No, non siamo stati molti generosi con lei».

Ha dei ricordi recenti con lei?

«Appena potevo andavo a trovarla nella sua casa in centro a Milano. E parlavamo, parlavamo. Era sempre molto contenta quando andavo da lei».