Raoul Casadei è morto a 84 anni per le conseguenze del Coronavirus. Il re del liscio era ricoverato dal 3 marzo al Bufalini per l’aggravarsi dell’infezione da Covid-19 che lo aveva contagiato. L’artista si era ammalato a fine febbraio e il 3 marzo in considerazione del fatto che la saturazione dell’ossigeno era risultata un po’ bassa, i medici avevano deciso di somministrargli ossigeno attraverso il “casco”.  La sua tempra forte gli ha permesso fino a qualche giorno fa di parlare con i figli al telefono e di mandare loro delle foto, ma le sue condizioni, anche per via dell’età si sono fatte sempre più serie. 

Raoul viveva con la moglie Pina ei figli al “recinto” di Villamarina di Cesenatico insieme ai figli Carolina e ai nipoti.

La sua principale prerogativa è quella di far conoscere a livello mondiale il genere musicale del liscio, attraverso i valori della propria terra romagnola: la famiglia, l’amore e l’amicizia.

Negli anni ’70 scoppia il cosiddetto “boom del liscio”, si formano migliaia di orchestre e si riempiono le scuole di ballo. Nel 1973 Raoul scrive uno dei suoi più grandi successi: Ciao mare. Negli anni seguenti nascono altri successi: SimpatiaLa mazurka di periferiaRomagna e SangioveseRomagna CapitaleTavola grande. L’Orchestra Casadei è sulla cresta dell’onda: partecipa per la seconda volta al Festivalbar (1973), esordisce al Festival di Sanremo (1974) e ad Un disco per l’Estate (1975). Raoul è anche interprete di spot pubblicitari (Barilla e Biancosarti), film e fotoromanzi; compone le musiche di sigle televisive (fra cui …E viene sabato, e poi domenica per la trasmissione Domenica In del 1977 e Rimini Rimini Rimini per l’edizione del 1991 della trasmissione Stasera mi butto) e di soap opera.