Apre la stagione dei cinepanettoni il nuovo film di Neri Parenti con Massimo Boldi protagonista, Natale Da Chef. Come suggerisce il titolo, questa commedia prende di mira l’ormai inflazionato mondo della cucina: Boldi, che interpreta uno Chef di dubbie qualità, si ritrova a dover cucinare in una gara dove il vincitore avrà l’onore di servire al G7. Ovviamente tutta la squadra di Boldi è formata da persone controproducenti: un aiuto cuoco che non sente i sapori, un sommelier astemio e una pasticcera che esce dalle torte anziché prepararle. Questo nuovo modo di approcciarsi ai cinepanettoni da parte di Parenti è sicuramente d’apprezzare, visto che riduce la dose di trash e di volgarità che hanno dominato per anni su questa “saga”, ma c’è un problema di fondo che stronca tutte le buone intenzioni sul nascere: non fa ridere. Può far sorridere, ma non ridere. Tra l’altro, i portatori di risate qua sono pochi, Izzo e Salvi funzionano per il loro modo di fare, ormai entrato nell’immaginario collettivo, e l’unico che riesce ad essere funzionale a trecentosessanta gradi è Dario Bandiera, che con il suo modo di approcciarsi alla sceneggiatura, rende il suo personaggio almeno originale nel mondo dei Cinepanettoni: stiamo parlando proprio di tempi comici e dell’ utilizzo del linguaggio. Gradita la presenza di Milena Vukotic, sempre brava, in qualsiasi ruolo. Imbarazzante Paolo Conticini nel ruolo dello stupido, con due denti fintissimi a mò di castoro. Il film non spinge lo spettatore ad entrare nella propria storia, arrivando così a fine primo tempo dove la noia già ha preso pieno possesso della sala. L’unica sequenza divertente per quanto esilarante, è quelli di chiusura. In sintesi: Natale Da Chef risulta un cinepanettone un po’ più formato famiglia e questo forse è un bene, ma alla base non riesce a far ridere, è poco coinvolgente e come ciliegina sulla torta il Natale non c’è, se non nel titolo. Forse peggio di quello dell’anno scorso.
Circa l'autore
Massimo Bulgarelli
Operativo su più fronti, anche troppi: filmmaker, musicista, autore e romanista. L'ultima mansione è la più stressante. Ammiro i sequel disgraziati, adoro i film di Mario Bava, ascolto solo Sergio Caputo e amo i tempi comici di De Sica.
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