Un rifugio e un luogo protetto dove trovare tranquillità e concentrazione. Per Paolo Bonolis non basta una cosa a Roma, ma ne servono due, di cui una tutta sua, lontana dalla famiglia. È lo splendido appartamento sul lungotevere Flaminio che si affaccia sul Tevere con vista Cupolone di cui il conduttore ha parlato in una nuova intervista a Repubblica.

«E’ un luogo protetto dove pensare, lavorare in tranquillità. Un posto dove stare da solo. Non perché non abbia voglia degli altri, ma perché in una professione fatta di pare, con tanto rumore, è importante ritrovare anche il silenzio. Qui mi sono costruito il mio mondo. La casa di famiglia è a Ponte Milvio ed è il punto di partenza e di ritorno di ogni mia giornata. Ma è sempre affollatissima: figli, amici dei figli, nipoti quando sono in Italia, personale di servizio. A volte mi sembra di essere un portiere d’albergo. Per questo mia moglie Sonia si è creata uno spazio dedicato a lei sullo stesso pianerottolo di casa e io vengo qui: una stazione intermedia tra lavoro e famiglia».

È li che ha scritto i suoi due libri e dove scrive i copioni per i suoi programmi. Sulle pareti ci sono le prime pagine della Gazzetta Sportiva del 2021: “Sono autografate da Moratti”, spiega il conduttore. C’è persino una sala giochi, con biliardino e flipper e tante foto alle pareti che riportano a viaggi, momenti di vita professionale e familiare. C’è la foto dello scalatore Walter Bonatti, che era suo grande amico, e una di qualche anno fa con la moglie Sonia e i loro tre figli. C’è anche il disco d’oro regalatogli dai Queen. C’è tutto il suo mondo. A Repubblica confessa di prendersi una pausa anche dallo smartphone. “Il frigo? È vuoto”, ammette.