Paolo Villaggio


Paolo Villaggio avrebbe oggi compiuto 89 anni. Attore, scrittore, comico, sceneggiatore e doppiatore. È stato autore e interprete di personaggi legati a una comicità surreale e innovativa come il ragionier Ugo Fantozzi: creazione letteraria da cui è nata una saga cinematografica di ampio e duraturo successo, tanto da elevare il personaggio a vera e propria maschera formatasi nel solco della commedia dell’arte. Inventore di una comicità inedita, priva di legami con le tradizioni e i regionalismi del cinema comico popolare, con la sua attività di attore, umorista e uomo di spettacolo è entrato nella cultura di massa di intere generazioni di italiani. Al percorso attoriale ha fatto eco quello di scrittore, iniziato con un libro su Fantozzi e seguito da varie opere di carattere satirico e da altri otto romanzi dedicati al ragioniere; molti di questi sono stati pubblicati e tradotti in più lingue. Sul piano lessicale ha ideato un tipo di scrittura originale e tagliente fatta di neologismi, aggettivazioni enfatiche, errori morfologici e termini burocratici entrati nel patrimonio comune della lingua italiana. Nella sua oltre cinquantennale carriera si è cimentato in altri campi espressivi come il giornalismo, la radio e il teatro scrivendo, inoltre, due testi di canzoni per l’amico e cantautore Fabrizio De André (raccolti nel 45 giri Il fannullone/Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers). 

Oltre Fantozzi


La carriera di Paolo Villaggio è un monumento del cinema italiano. Nella sua straordinaria carriera non c’è solo il mitico Fantozzi, personaggio che gli ha regalato la grandissima fama e popolarità, ma anche tantissimi altri film e personaggi tra cui una menzione merita Fracchia. L’attore, morto a causa di complicazioni legate al diabete, è stato protagonista di tantissimi film di successo lavorando con grandissimi registi del calibro di Mario Monicelli, Federino Fellini e Giorgio Strehler.

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Il ricordo della figlia


Lo ha ricordato così a Ilmessaggiero.it la figlia, Elisabetta, durante la promozione del suo nuovo libro “Fantozzi dietro le quinte. Oltre la maschera. La vita (vera) di Paolo Villaggio”:

“Entrò nel mercato, ricevette molte proposte una volta diventato famoso. E potè portare avanti la sua creatura, il suo personaggio. Non sapeva stare fermo: su alcune cose si incartò, fece scelte sbagliate. Alcuni film sono bruttarelli, ma lo sapeva anche lui. Non diceva molti no”.

Raccontando invece un po’ della sua privata disse:

Era affascinato dal computer ma non riusciva neanche ad avvicinarcisi e anche prima scriveva solo a mano perché non sapeva usare la macchina da scrivere. Inoltre prima di usare i suoi “camicioni” anche lui ogni tanto si metteva i pantaloni ascellari. Però aveva anche in comune con Fantozzi la tenacia: entrambi non mollavano mai la presa, entrambi non si davano mai per sconfitti.