Ve la ricordate la mitica infermiera del primo episodio del film Pappa e Ciccia? Il regista era Neri Parenti e gli attori invece Paolo Villaggio e Lino Banfi. La pellicola era divisa in due episodi in ognuno dei quali c’era un cameo di uno degli attori. Se ricordate bene nell’episodio con Villaggio, Banfi fa una piccola parte come capitano dell’aereo; in quello con Banfi, è Villaggio ad interpretare in un cameo una infermiera tedesca.

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TRAMA

Il film si compone di due episodi, nel primo Nicola Calore è un imbianchino pugliese emigrato in cerca di fortuna in Svizzera, dove però è finito a fare lo stesso mestiere che faceva in Italia. Quando riceve una lettera che lo informa di una prossima visita della nipote Rosina, Nicola è fortemente imbarazzato in quanto aveva sempre dato a intendere ai parenti della Puglia di essere diventato ricchissimo, così, per non farsi scoprire, Nicola, con l’aiuto di alcuni amici connazionali emigrati come lui, è costretto ad allestire una messa in scena per non far capire la verità alla nipote. Nel secondo Paolo, un modesto geometra, dopo mesi d’attesa, vede finalmente pubblicata la lettera inviata al direttore del Corriere della Sera in cui ripercorre le peripezie capitategli durante il soggiorno ad un villaggio vacanze in Kenya. Partito con un collega, il pittoresco perito Guido Colzi, era stato inizialmente vittima di un terrificante viaggio su una carretta dei cieli guidata dal maldestro capitano Tombale e una maleducatissima e aggressiva hostess di volo; poi, arrivato miracolosamente alla meta, si era trovato coinvolto in varie disavventure che lo portarono a fuggire su una zattera da quel luogo di pace apparente.

L’IMPROVVISAZIONE DI PAOLO VILLAGGIO

Nella mitica scena dove Villaggio dice per molte volte “Pagliacc italiano” e “Mandoline“, ci fu una grande prova di tutte e due i comici come dichiarato da Banfi a “Oggi è un altro Giorno“:

“Quando si fanno questi film, tipo Pappa e Ciccia che fece grande successo, c’è una legge inconscia tra noi comici che chi parla per ultimo ha vinto. Il regista ci lasciò abbastanza liberi e Villaggio disse di lasciar fare a lui quella scena dell’infermiera. Iniziò e continuò a improvvisare non smettendola più, si fermava e rientrava. L’unico modo che avevo per farlo smettere era urlare fuori campo, per questo alla fine feci quello strillo alla “Banfi”…eravamo dei grandi, c’era un bel rapporto tra di noi”