Compie oggi 45 anni uno dei cult di maggior successo nella filmografia di Dario Argento: Profondo Rosso

L’opera segna, all’interno del percorso artistico del regista, il passaggio fondamentale tra la fase thriller, iniziata nel 1970 con L’uccello dalle piume di cristallo e quella horror. Profondo Rosso inaugurò un’ideale trilogia, cui faranno seguito, rispettivamente nel 1977 e nel 1980, Suspiria e Inferno. Rispetto alle opere precedenti, il regista introduce nelle trame una dose maggiore di “fantastico”, mentre elabora e perfeziona il suo celebre horror grafico.

Curiosità

Il soggetto trae origine da un sogno di Dario, elaborato in una sceneggiatura dallo stesso regista assieme a Bernardino Zapponi (il quale gli presenta la giovane attrice Daria Nicolodi che, oltre a interpretare il film, diventerà sua moglie e madre di Asia). Argento infatti stava lavorando febbrilmente sulla sceneggiatura ma, insoddisfatto del risultato, si fece aiutare da Bernardino Zapponi, tanto che alla fine ne risulta una sceneggiatura a quattro mani. Zapponi, intervistato, si attribuisce l’idea di aver voluto rendere molto fisico l’orrore del film e di legarlo ad un contesto realistico e comune, mentre attribuisce ad Argento il lato fantastico della vicenda (la medium, i fantasmi della villa, il disegno della parete, lo scheletro nella stanza murata, lo svolgimento degli omicidi).

Fin dalla sua uscita nelle sale la pellicola ebbe un ottimo successo di pubblico: si segnalano i terrificanti effetti speciali, cui mise mano anche Carlo Rambaldi, e la musica del gruppo rock progressive dei Goblin. Alcune composizioni sono firmate anche dal pianista jazz Giorgio Gaslini.

Il titolo

Il titolo del film ha subito diversi cambiamenti: per continuare la tendenza faunistica dei precedenti lavori di Argento ovvero L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e 4 mosche di velluto grigio, la pellicola avrebbe dovuto intitolarsi La tigre dai denti a sciabola (ma Argento sostiene che diffuse quel titolo per “prendersi gioco della stampa”), poi su un copione comparve il titolo provvisorio Chipsiomega (risultato dell’unione delle ultime tre lettere dell’alfabeto greco); infine si optò per Profondo rosso data la gran predominanza di tinte scarlatte nel film, sia per il sangue sia per scelte di scenografia e fotografia (basti pensare ad esempio alla scena iniziale nel teatro).

Pur essendo una produzione tutta italiana il film venne girato in lingua inglese – tranne i dialoghi di Clara Calamai, che recita in italiano, come si vede bene dal labiale – e solo successivamente fu doppiato: David Hemmings venne doppiato da Gino La Monica, Clara Calamai da Isa Bellini, Liana Del Balzo da Wanda Tettoni, Furio Meniconi da Corrado Gaipa, Nicoletta Elmi da Emanuela Rossi e Geraldine Hooper da Renato Cortesi; tutti gli altri attori si auto-doppiarono.

Le riprese si sono svolte dal 9 settembre 1974 al 19 dicembre dello stesso anno.

Il film è ambientato a Roma e dintorni, ma le scene esterne sono state girate in prevalenza a Torino, e alcune a Roma e Perugia.

In un primo momento Dario Argento pensò di affidare il ruolo di Marc a Lino Capolicchio. L’attore era ben disposto ad accettare ma cambiò idea dopo un incidente automobilistico che lo bloccò in convalescenza per un periodo, nonostante Argento fosse disposto a rimandare le riprese.

Il locale Blue Bar dove suona Carlo in realtà non è mai esistito. La scenografia fu costruita in Piazza C.L.N. vicino all’abitazione di Marc, ed è un chiaro omaggio al quadro Nighthawks di Edward Hopper.

Le mani guantate dell’assassino sono in realtà le mani di Dario Argento, analogamente ad altri film del regista romano, che così facendo poteva trarre la massima espressività dalle proprie mani prestate ai vari assassini.

Nella scena della telefonata tra Marc (nel bar) e Gianna (nella sede del giornale) la comparsa che Gianna ferma per prendere appunti è Fabio Pignatelli, bassista dell’epoca della band dei Goblin, già autori della colonna sonora.