Seguendo il filone anni 80 ho deciso di rivedermi STAND BY ME dopo tanto tempo per vedere le emozioni che mi suscitava. A distanza di tempo gli occhi di un semplice fanciullino sono molto diversi rispetto a quelli di un trentenne.

Come successo per i Goonies, anche qui ho scoperto dei lati del film che non conoscevo, a partire della drammaticità dei racconti di ogni singolo protagonista. Se a 10 anni vedi solamente un’avventura tra amici qui è tutto diverso.

 

I temi dominanti sono ovviamente l’amicizia, l’abbandono, la voglia di avventura e l’eterno dilemma sulla continuità dei rapporti. Ogni singolo ragazzo qui ha dei problemi, ognuno di loro viene rifiutato dalla società per qualche motivo ed insieme cercando di andare avanti per superare il problema. A differenza dei Goonies qui siamo negli anni 50, non esiste un vero e proprio gruppo di amici concreto. I ragazzi si incontrano e decidono di partire insieme per trovare questo cadavere. Devo ammettere che mi è sembrato molto strano ascoltare tutte quelle parolacce, quelle sigarette, e quelle battute diciamo osè, partire dalla bocca di bambini, il film sembra abbastanza volgare e mi sono chiesto se anche io a quell’età avevo lo stesso atteggiamento, ovviamente la risposta è no.

 

Non esistono limiti nelle amicizie, il problema è mantenere il rapporto, il finale del film è molto triste in quanto gli amici si perdono e solo due di loro continueranno a frequentarsi per sempre. L’adulto che racconta il finale si sente deluso dal percorso, afferma a malincuore la sua mancanza di amici, il fatto che quell’episodio di condivisione è rimasto isolato. Sono rimasto molto triste nel sentire quelle parole davvero. Sono rimasto molto basito dal mio atteggiamento. Quando ero un adolescente la mia reazione al film è stata di stupore, qui invece mi è venuta molta tristezza, perchè gli amici si perdono nel finale, nessuno di loro si vede più e parole come “Non ci frequentammo più” sono risuonate come una sconfitta. Perchè se si perdono le amicizie la vita è molto dura e il mio augurio per me stesso è quello di non scrivere mai un racconto su un’esperienza passata senza le persone che l’hanno vissuta con me, ma bensì di condividerla insieme e magari di rievocarla nei nostri cuori.