Arriva nelle sale a partire dal 22 novembre Robin Hood L’origine della leggenda, nuovo adattamento cinematografico con protagonista il celebre eroe popolare della letteratura britannica. 

Il film, come viene annunciato fin dai primi minuti, nasce con lo scopo di raccontare una storia diversa su Robin Hood, o meglio, di esprimerla in una versione che va a toccare dei punti mai approfonditi. Ed ecco che facciamo subito la conoscenza del nobile e fedele Robin di Locksley (Taron Egerton) e con lui della sua amata donna Marion (Eve Hewson). Un primo ostacolo si frappone tra i due giovani amanti quando Robin viene costretto a partire in guerra per le Crociate, lasciando l’Inghilterra per più di un anno. Al ritorno dalle Crociate, Robin scopre che l’intera contea di Nottingham è dominata dalla corruzione e l’ingiustizia. Un abile e coraggioso comandate ‘moro’ conosciuto durante la guerra (Jamie Foxx) diventerà il suo mentore e insieme cominceranno a tramare un’audace rivolta contro la potente Corona d’Inghilterra, capeggiata dalla nuova figura di eroe incappucciato, The Hood, pronto a sacrificare tutto per togliere il popolo dalla povertà.

Il film è prodotto da Leonardo Di Caprio (sì, avete letto bene) e Jennifer Davisson e diretto Otto Buthurst, conosciuto per lo più per alcune serie tv, tra le quali Peaky Blinders. 

Questo nuovo esperimento fantasioso nel far rivivere una leggenda conosciuta praticamente da chiunque ne esce con pregi e difetti, quest’ultimi forse in maggioranza rispetto ai primi. Aspettatevi un prodotto da blockbuster, che strizza palesemente l’occhio ad un pubblico giovanile, mischiando elementi classici di un cinecomic attuale a elementi presi qua e là dalla cultura pop. Dalle giacche di pelle, a make up femminili abbondanti, a scenari da Assassin’s Creed, Arrow e Batman, fino ad arrivare a interminabili scene d’azione che cercano di alzare tanto il ritmo e la velocità della storia, avvicinandosi allo stile di un Guy Ritchie (che aveva fatto un qualcosa di simile l’anno scorso con King Arthur). Proprio per tutti questi elementi, il Robin Hood di Buthurst adotta una scelta stilistica che rischia di essere vista da molti come pacchiana e troppo anacronistica. 

L’essenza della leggenda c’è, con il misterioso uomo che ruba ai ricchi per dare ai poveri, ma viene rivisitata troppo, scostandosene sempre di più. Anche la creazione della figura del paladino fa un po’ scricchiolare i denti e il personaggio di Egerton fatica a carburare. 

In sintesi, il film ha dei buoni tratti che intrattengono e spunti narrativi anche apprezzabili, ripetiamo, soprattutto per un pubblico giovanile. Se invece si è alla ricerca di un film che racconti la leggenda di Robin Hood più tradizionalmente, non è di questo che stiamo parlando. Anzi, la versione ‘coatta’ di Buthurst potrebbe infastidire parecchio.