L’amicizia storica

Robin Williams e Christopher Reeve sono per noi due icone della Hollywood degli anni ’80 e ’90: semplificando potremmo chiamarli con i loro nomi da alieni, cioè Mork e Superman. Ma non tutti sanno che c’era un forte, anzi fortissimo legame fra loro. Infatti furono grandissimi amici prima di diventare famose star del cinema. Entrambi frequentarono la Juilliard School, una delle principali scuole d’arte al mondo, e furono gli unici due ad esser scelti per un programma avanzato della scuola, nel 1973. I due futuri attori condivisero la camera per gli anni dell’Università, durante i quali non era difficile vedere Williams che faceva il Mimo a Central Park, e rimasero poi legatissimi per tutta la vita. Curiosamente, entrambi raggiunsero il successo nel 1978, Reeve con Superman e Williams con la serie Mork.

Dopo l’incidente

Nonostante fossero fisicamente assai diversi (Reeve era alto 1 metro e 93 mentre Williams raggiungeva a malapena il metro e settanta), entrambi incarnavano ruoli legati a personaggi positivi e rassicuranti. Anche in tempi difficili, gli amici di Robin Williams potevano sempre contare su di lui per fare uno scherzo. Quando Christopher Reeve cadde da cavallo nel maggio 1995 e rimase quadriplegico, una delle prime persone che lo visitarono in ospedale durante la sua guarigione non fu altro che il suo amico Williams, e si presentò nel suo stile. Robin si sentì parzialmente responsabile di non aver fatto abbastanza per salvare il suo amico John Belushi.

Mentre Reeve giaceva nel suo letto d’ospedale, ancora alle prese con quello che era successo, un visitatore in camice chirurgico e cappello da cameriere entrò nella stanza. Aveva un forte accento russo e si presentò come un proctologo incaricato di fare un esame rettale. «Girati!» urlò a Reeve, il quale ovviamente l’attore non poteva girarsi e all’inizio restò perplesso. Reeve era sul punto di chiamare un’infermiera per chiedere cosa stesse succedendo quando si accorse che il dottore era in realtà Robin Williams che stava rifacendo il suo personaggio dal film Nine Months. Non riuscì a capirlo. Poi, finalmente si rese conto che era il suo compagno, Robin Williams. I due scoppiarono a ridere, forse la prima risata dall’incidente grazie a Robin

Quella risata significò molto per lui e cambiò la sua mentalità. Come spiegò più tardi in un’intima intervista a Barbara Walters, “Se potevo ridere, potevo vivere”.

“Ero semi cosciente e appeso a testa in giù. Non mangiavo, non bevevo. Ad un certo punto mi accorsi che al mio fianco c’era qualcuno. C’era Robin vestito da medico. Indossava un buffo cappellino blu. Per la prima volta dopo l’incidente, risi. Del resto con Robin ho sempre riso. E ho provato tanta gioia nel vederlo. Vederlo lì, ridere e divertirci insieme come i vecchi tempi insieme mi ha fatto capire che la mia vita potesse ricominciare.”


Negli ultimi anni di vita di Christopher, Robin lo aiutò a pagare le costosissime spese mediche affrontate in seguito all’incidente. Nel 2004, quando Robin vinse il premio “Cecil B. DeMille” ai golden globes, dedicò la vittoria al suo caro amico. “Christopher mi ha mostrato la vera forza dell’ anima…questo premio lo dedico al mio migliore amico”. Williams, da parte sua, è morto all’età di 63 anni nell’agosto 2014 in un suicidio per impiccagione dopo la diagnosi di demenza da corpi di Lewy. Ci piace immaginarli di nuovo insieme, a ridere e a scherzare.