Troppo forte è una commedia scritta, diretta e interpretata da Carlo Verdone.

Il film

Nella periferia di Roma vive Oscar Pettinari (Carlo Verdone), un giovanotto che si atteggia da bullo e sogna di entrare nel mondo del cinema. Con la sua moto si reca spesso negli studi di Cinecittà, dove però riesce a essere scritturato solo per piccoli parti da stuntman in film di serie b.
Un giorno, dopo l’ennesimo provino andato male per un importante produzione americana, il ragazzo incontra per caso il bizzarro avvocato Giangiacomo Pigna Corelli (Alberto Sordi), il quale gli consiglia di vendicarsi del produttore truffandolo. L’idea è di simulare un incidente con la moto di Oscar e la macchina del produttore, per farsi poi dare i soldi dell’indennizzo: sfortuna vuole però che alla guida della Rolls Royce ci sia l’attrice Nancy (Stella Hall), che rimasta ferita al volto, perde la parte nel film.
La giovane donna americana, ora sola e senza soldi, si rivolge ad Oscar – in realtà ragazzo dal carattere bonario – il quale la ospita a casa sua e tra i due inizia a nascere una forte amicizia.

Le curiosità

  • Scritto da Carlo Verdone assieme ai suoi due “padrini” artistici, Sergio Leone e Alberto Sordi, con l’apporto di Rodolfo Sonego, il film vede una colonna sonora curata dal cantautore Antonello Venditti.
  • L’idea iniziale di Troppo forte nacque dalla voglia di Verdone di «raccontare un bullo di periferia e costruire su di lui l’intero film». L’attore e regista rifuggì da un certo paragone con l’Enzo a sua volta portato sul grande schermo qualche anno prima in Un sacco bello, poiché «lì il personaggio era più volgare […] quello era un diavolaccio cinico e squallido che andava in giro con l’ovatta nei pantaloni per sentirsi più virile. Oscar Pettinari, invece, è più umano, non è il solito macchiettone in salsa romanesca. Almeno spero».
  • Il film mostra una Roma preda di «un’estate torrida, desolata, deserta…» Fu questa una precisa scelta stilistica di Verdone il quale, in controtendenza rispetto alla sua fin lì filmografia, volle così trasmettere agli spettatori «l’idea di una realtà squallida, calda, opprimente», resa attingendo anche a un diverso metodo di riprese: «niente camera fissa e primi piani, ma inquadrature mobili, tagli all’americana».
  • La parte del legale preda di crisi di memoria era stata in origine pensata da Verdone per Leopoldo Trieste, storico caratterista del cinema italiano, il quale ne avrebbe dovuto dare un’interpretazione meno invadente e più dimessa, ovvero un «avvocaticchio» maggiormente in linea col registro stilistico della pellicola. Sordi volle invece marcare il ruolo con una parlantina alla Ollio – ricalcando quel Mario Pio che, nel secondo dopoguerra, aveva contribuito a portarlo alla ribalta nei suoi esordi radiofonici –; una scelta «ibrida» che, a posteriori, non fece amare in toto a Verdone questa sua opera:

«Io devo molto a Sordi, ho la massima stima di lui ma credo che in quel film abbia sbilanciato l’intero racconto […] ha buttato un po’ in farsa quello che era uno sguardo ironico già abbastanza forte per conto suo sul mondo dei coatti romani. Ha dato un tono farsesco che non si sposava con i personaggi che avevo scelto e con il tono di regia che avevo deciso. […] è un film riuscito a metà perché siamo andati su binari diversi: Sordi è andato da una parte e io ho proseguito sull’altra.»    -Carlo Verdone.

  • Stella Hall, esordiente modella statunitense e protagonista femminile, venne scelta da Verdone poiché «occorreva […] un viso che si distaccasse decisamente da quello degli altri personaggi» italiani e, in gran parte, romani come i bulli che fanno da contorno a Oscar, dei «Rambo di periferia», tutti figuranti non professionisti e pescati nelle borgate della capitale. Del cast fa parte anche Mario Brega, che compare in un breve cameo nei panni dell’allibratore Sergio; tale personaggio non era inizialmente previsto nel copione ma data l’insistenza di Brega, già presente in passate pellicole di Verdone, nel voler prendere parte al progetto, l’attore e regista creò appositamente per l’amico questo piccolo ruolo.
  • Dato lo sviluppo della pellicola, tutte le riprese si svolsero nella capitale e nei suoi immediati dintorni, «girando in posti come Torvaianica, il porto fluviale, le borgate» durante l’estate del 1985. La mansarda di Oscar, pur se creata in un set, e il luogo di bivacco del suo gruppo d’amici vennero individuati, per le location esterne, nel quartiere Ostiense, mentre il falso incidente tra il metallaro e Nancy fu inscenato nella zona dell’EUR, la stessa dov’è presente l’hotel in cui trovava alloggio la ragazza; l’abitazione del sedicente avvocato è invece sita nel centro storico della città eterna. I veri studi cinematografici di Cinecittà, sulla via Tuscolana, furono teatro dei vari provini di Oscar e del suo primo incontro con l’avvocato. Per quanto concerne infine le sequenze d’azione in motocicletta, quella del prologo venne filmata lungo le strade che attraversano la pineta di Castel Porziano,mentre la gara clandestina vide come sfondo le cave di pozzolana della Magliana.