Vita smeralda

Scritto, diretto e interpretato da Jerry Calà, uscito nel 2006 la pellicola è stata presentata come il Sapore di mare degli anni duemila, con lo scopo di mostrare il cambiamento delle nuove generazioni rispetto agli anni Sessanta e Ottanta. Sancisce inoltre il ritorno al cinema di Jerry Calà a distanza di nove anni dalla sua ultima regia, ovvero Gli inaffidabili (1997).

Vita Smeralda, Jerry Calà ricorda Guido Nicheli: “Tra noi c’era un’intesa automatica, eravamo molto amici”

Vacanze in America

Vacanze in America uscito nel 1984 e diretto da Carlo Vanzina. Un gruppo di studenti della scuola cattolica San Crispino parte da Roma alla volta degli Stati Uniti per una vacanza di due settimane: la guida della scatenata comitiva è affidata al giovane insegnante di storia e geografia don Rodolfo da Ceprano, conosciuto da tutti come “don Buro”, e da un sacerdote più anziano, l’insegnante di religione don Serafino. Uscito nel periodo natalizio, il film incassò molto al botteghino dove raggiunse un incasso di 1.700.000.000 di lire, pur non riuscendo a eguagliare quello del precedente Vacanze di Natale, a causa dello scontro al botteghino con Non ci resta che piangere del duo Benigni-Troisi.

Un punto d’incontro

C’è una scena molto simpatica di Vacanze in America dove Pappola, interpretato da Fabio Ferrari, fa uno scherzo a Jerry Calà fingendo una telefonata della Fenech che fa “infervorare” l’attore e per uno scherzo del destino rimane nudo sul corridoio dell’albergo e deve rifugiarsi in ascensore. Questa scena si è verificata anche nella vita reale di Jerry Calà come lui stesso ha raccontato anni fa in un’intervista a Barbadillo.it

Vita e cinema quante volte si sono sovrapposti?

«Molte e sempre nelle scene ridicole. Mentre giravo “Vita Smeralda”, per mettere un vassoio fuori dalla porta della mia stanza, dopo aver fatto la doccia, mi son trovato nudo nel corridoio di notte, gattonando sono sceso fino nella hall coprendomi con due cuscini trovati su una sedia, e quando sono arrivato davanti al portiere, quello mi ha detto: No, signor Calà non ci posso credere come “Vacanze in America”»