Ospite di Silvia Toffanin a “Verissimo”, Vera Gemma racconta del successo ottenuto alla Mostra del Cinema di Venezia, dove ha vinto il premio come miglior attrice nella sezione Orizzonti:

“E’ stato un momento incredibile quando ho vinto. E’ come se, improvvisamente, tutta la mia vita abbia avuto un senso. Io avevo rinunciato a fare l’attrice, poi ho conosciuto questi due registi e ho pensato che questa sarebbe stata l’ultima mia occasione per dimostrare chi sono. E quindi ho dato tutta me stessa, senza esitazioni. Come se fosse l’ultimo giorno della mia vita e i risultati mi sono stati riconosciuti”.

L’attrice racconta del rapporto con suo padre Giuliano Gemma e di come le persone siano state cattive con lei:

“Nel rapporto con mio padre non ho avuto problemi. Era il continuo paragone della gente che mi feriva. Mi dicevano: non è bella come suo padre, ‘sei la figlia di Giuliano Gemma? Non gli somigli per niente’. E’ stato molto difficile sostenere queste critiche feroci, nelle quali poi non mi riconosco: io mi vedo bella, infatti dico spesso ma perché mi vedono brutta? La bellezza è fatta di tante cose, si può avere fascino, la bellezza non è nel canone di perfezione. Questo è sbagliato. Vorrei che le persone avessero un po’ di pietà verso di me”.

Vera Gemma racconta del suo periodo ribelle e di come, spesso, abbia scelto uomini sbagliati nella sua vita:

“Io ero molto ribelle, cercavo disperatamente la verità e spesso frequentavo gente malfamata. Tendevo a mitizzare tutto ciò che era emarginazione. Per anni ho giustificato la cattiveria della gente, anche gli atti di delinquenza perché venivano da famiglie che non avevano grandi possibilità. Una volta un mio fidanzato mi ha addormentato in una stanza e mi ha rubato l’orologio. Ammetto di essere stata una vittima che si è scelta i propri carnefici”.