Vittorio Sgarbi ha dato le dimissioni dal ruolo di sottosegretario alla Cultura del governo Meloni. L’annuncio è arrivato all’evento La Ripartenza, condotto da Nicola Porro, al centro congressi della fondazione Cariplo di Milano. Le dimissioni hanno “effetto immediato”, secondo quanto annunciato dallo stesso Sgarbi: “Comunico ai giornalisti, che se lo potevano aspettare, che mi dimetto da sottosegretario con effetto immediato. Nelle prossime ore scriverò una lettera alla Meloni. Io sono solo Vittorio Sgarbi, non sono più sottosegretario. Non voglio essere sottosegretario”. “È un colpo di teatro, sono due ore che medito se farlo o non farlo”, ha detto l’ormai ex sottosegretario.

Nelle ultime settimane Sgarbi è stato al centro di diversi casi politici, mediatici e giudiziari. Il più recente è stato la condanna per diffamazione ai danni dell’allora sindaca di Roma Virginia Raggi. Sgarbi ha fatto sapere oggi di aver ricevuto una comunicazione dall’Antitrust: “L’Antitrust ha mandato una molto complessa e confusa lettera, dicendo che aveva accolto due lettere anonime, che ha inviato all’Antitrust il ministro della Cultura”.

Il riferimento e alle all’istruttoria dell’Antitrust avviata ad ottobre ai danni dello stesso Sgarbi, per possibili attività incompatibili con la carica di governo che oggi ha abbandonato. Proprio l’Antitrust ha fatto sapere di aver chiuso l’istruttoria: l’esito sarà reso noto la prossima settimana, forse già lunedì, ma Sgarbi ha anticipato il risultato: “Ho detto che mi sarei dimesso, e lo faccio, quando l’organo preposto avesse riconosciuto l’incompatibilità. L’Antitrust ha ritenuto le indicazioni di lettere anonime come delle indicazioni credibili e ha dichiarato l’incompatibilità. Io ne ho avuto notizia verso le 14.30. Ho preso l’aereo e quando sono sceso, il tempo di meditare quale scelta fare, ho pensato di fare questa conferenza libero”.