In un’intervista rilasciata all’“Adnkronos”, Vladimir Luxuria è tornata a parlare di bullismo, in merito ai gravi episodi vissuti in adolescenza:

“Io ho vissuto il bullismo quando ancora non esisteva la parola. So cosa significa la pipì nelle scarpe che lasci quando fai ginnastica, la parola ‘ricchione’ scritta sul libro o la risatina che fanno quando viene fatto il tuo cognome all’appello. Quante volte ho desiderato abbandonare la scuola, ho resistito e mi sono anche laureata”.

Commentando la notizia del 13enne palermitano suicidatosi, forse perché vittima di bullismo per via del proprio orientamento sessuale afferma:

“Il problema, oggi, è che non fanno entrare nelle scuole persone che possono parlare di contrasto al bullismo anche di tipo omofobo e transfobico. Ma perché? Le persone che possono aiutare i ragazzi in difficoltà e vittime di bullismo non li fanno entrare, ma il bullismo entra nelle scuole. Quante vittime ci sono di cui noi non sappiamo nulla? Di quante altre tragedie non sappiamo il reale motivo dell’estremo gesto?

Vladimir Luxuria si è poi lasciata andare ai ricordi raccontando di come sia riuscita a concludere le scuole e non lasciarsi abbattere dai bulli:

“Anni fa, quando ero adolescente io, di questi temi non se ne parlava e se lo si faceva era solo per denigrare. Ricordo ancora di una gita scolastica, quando eravamo tutti in pullman e io ero seduta negli ultimi posti. I ragazzi intonavano cori contro di me, uno addirittura prese il microfono davanti al conducente per sfottermi, con i professori presenti che facevano finta di niente”.