Sinossi

Mario Cavallaro (Antonio Albanese) si sveglia tutte le mattine nello stesso modo, nella stessa casa, nello stesso quartiere, nella stessa città, Milano. Ha appena compiuto cinquant’anni. Mario ama l’ordine, la precisione, la puntualità, il rispetto, il decoro, la voce bassa, lo stare ognuno al proprio posto. La sua vita si divide tra il suo negozio di calze ereditato dal padre e un orto, unica passione conosciuta, messo in piedi sul terrazzo della sua abitazione. Ogni cambiamento gli fa paura, figuriamoci se il suo vecchio bar viene venduto ad un egiziano e se davanti alla sua bottega arriva Oba, baldo senegalese venditore di calzini. Quel che è troppo è troppo e per Mario la soluzione è semplice e folle allo stesso tempo: “rimettere le cose a posto”. Così decide di rapire Oba per riportarlo a casa sua, Milano-Senegal solo andata. In fondo, pensa, se tutti lo facessero il problema immigrazione sarebbe risolto, basta impostare il navigatore. Ma poi questo paradossale on the road si complicherà terribilmente. Anche perché Oba acconsentirà alla sua “deportazione” a patto che Mario riaccompagni a casa anche la sorella, Dalida. Saranno guai seri o l’inizio di una nuova imprevista armonia?

Uno alla volta vi riportiamo a casa tutti… una vacanza umanitaria!

Torna al cinema Antonio Albanese nelle vesti di regista e attore e lo fa con una commedia attuale, raccontando una storia sull’emigrazione/immigrazione, tema sociale e politico molto caldo in Italia.

Con una parabola ascendente che parte dalla vita quotidiana di Mario a Milano, dove ha il uso negozio di calze intralciato dalle vendite abusive di calzini del senegalese Oba, il film si dipana su un viaggio on the road per l’Italia e per l’Africa. Un viaggio che parte in modo assurdo, ma volto a raccontare le contraddizioni e le paure contemporanee e, perché no, nuove importanti scoperte su se stessi. Belle le riflessioni verso l’ultima parte del film per quanto riguarda il cambiamento, e il non lasciare che le cose rimangano sempre uguali, perché il mondo stesso è in continua evoluzione, come dimostrerà la scelta finale di Mario.

Commedia sì, ma nemmeno troppo. Si ridacchia, ma alla fine si esce dalla sala un po’ più riflessivi e questo è sicuramente un punto a favore di Contromano.