Ieri è stato l’anniversario di Squérez? il primo album dei Lunapop guidati da Cesare Cremonini. Il lancio fu anticipato dal successo del brano 50 Special nell’estate dello stesso anno. Gli altri singoli estratti sono stati Un giorno miglioreQualcosa di grandeResta con me e Vorrei, anche questi con ottimi riscontri. Il brano Se ci sarai è stato invece pubblicato come singolo promozionale.

Dopo questo disco la carriera dei Lùnapop si interrompe. Cesare Cremonini, con il bassista Ballo, intraprenderà una carriera solista con l’uscita nel 2002 dell’album Bagus.

Proprio ieri Cesare Cremonini ha ricordato l’album su Instagram:

 

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Il 30 novembre 1999, 23 anni fa, usciva “Squèrez…?”. Ha appena raggiunto il suo diciassettesimo disco di platino 💎💎💎 (1.700.000 copie vendute e certificato da @fimitalia come il disco d’esordio di una band italiana più venduto di sempre). La cosa più bella di tutte però, visto che le canzoni contenute nell’album le scrissi negli anni del liceo, tra il 1995 e il 1998, nel periodo in cui i sogni sono il colore di tutti i giorni, è essere qui, ora. Sono infinite le cose che ho imparato crescendo nel mondo della musica ma una delle più importanti è che per scrivere canzoni devi essere là dove si scrivono. L’ispirazione ha tantissime persone da accontentare e se non ti trova non ha tempo da perdere. Se però la si desidera, va cercata nei libri e siccome quando parlo di questo album mi leggono tantissime persone, vorrei postare un piccolo passaggio di un libro che amo. La bellezza non c’è. La bellezza non esiste come evento statico e nello spazio. La bellezza è una convenzione che rappresenta un misterioso equilibrio, un fragile anzi fragilissimo, espresso o non espresso, equilibrio fra l’ansia per quell’ignoto che ci rincorre senza pietà e la speranza di controllarlo e anche di calmarlo, certe volte offrendogli sacrifici.
Se il sacrificio segue i rituali richiesti l’ignoto per qualche istante rinuncia a mordere, anzi forse sorride e si illumina di una luce accecante. Questa luce brevissima e improvvisa è la bellezza. (“Di chi sono le case vuote?”, Ettore Sottsass).