Con l’aiuto del suo invincibile robot d’acciaio, un ragazzo affronta i cyborg per vendicare la morte del padre scienziato ed evitare la distruzione del genere umano. Questa è la sinossi del mitico Daitarn 3, serie televisiva anime giapponese di genere mecha, prodotta dalla Sunrise e creata da Yoshiyuki Tomino, autore anche di Gundam, con il mecha design di Kunio Ōkawara e le musiche di Takeo Watanabe e Yūshi Matsuyama.

La serie è interamente disponibile su Netflix. Il 3 giugno, ha compiuto quarant’anni e se noi abbiamo risentito del peso dei decenni trascorsi loro non sembrano invecchiati di una virgola! Ecco allora alcune curiosità di questo cartone che ci ha cresciuto:

Il nome DAITARN deriva dalla parola “daitan” che in giapponese significa coraggioso, impavido, ardito.


Il nome del padre di Banjo era Sozo, che in giapponese significa “creare”.


Il nome Haran Banjo significa “(vita) molto movimentata”.


Haran Banjo, nei primi fumetti italiani su Daitarn 3, aveva il nome di Joe Tempesta.


Il lampeggiante (sirena) posizionato sul tetto della Match Patrol non viene mai utilizzato in nessun episodio della serie.


Nell’ultima puntata Don Zauker esce per la prima volta dal suo stato di vegetazione, mentre Koros si trova in pericolo. Dal brevissimo dialogo che ha con Banjo si capisce che non è a conoscenza della guerra in atto e che fino a quel momento è rimasto in uno stato di catalessi. Forse è stata solo Koros a volere la lunga ed inutile guerra…


Il robot addetto alla manutenzione del Daitarn 3 si chiama “Marus” (“Chibimaru” nella serie Dynit). Si dice che originariamente il suo design doveva essere quello di “Haro”, presente in Gundam, ma che il regista Tomino, per impiegarlo nell’opera successiva, abbia preferito cambiarlo con questo.


La pistola utilizzata da Banjo sembra realmente esistente, anche se molto rara e costosa. Si tratta di un’arma americana prodotta nel 1970 dalla AMT, ed il modello si chiama AUTOMAG 180. Il suo calibro è 44AMT (simile, ma non compatibile al celebre 44 magnum).
Il valore commerciale di tale arma molto rara, ma commercializzata anche in Italia, è di circa 6,5 milioni di lire. Il suo peso è di 1,92 Kg ed il suo caricatore contiene 7 colpi. Purtroppo l’originale non è trasformabile in un fucile.


L’attacco solare del Daitarn 3 è stato riutilizzato dagli autori della serie POKEMON per la mossa “SOLARRAGGIO” di Bulbasaur (pokemon n. 1): nella 3a serie, nella puntata “Duello tra amici” questo paragone è ben visibile.


Verso la fine delgli anni Ottanta il conflitto padre-figlio, che aveva caratterizzato manga e anime degli anni precedenti (compreso il Daitarn 3), tende a scomparire.