Diabolik, il celebre ladro privo di scrupoli e di cui nessuno conosce la vera identità, protagonista del fumetto creato nel 1962 da Angela e Luciana Giussani, rivive al cinema più di cinquant’anni dopo la versione del 1968 di Mario Bava, grazie ai Manetti Bros. 

TRAMA

Clerville, anni ‘60. Diabolik (Luca Marinelli) il ladro diabolico che riesce a portare a termine ogni colpo senza essere mai acciuffato, è riuscito nuovamente nel suo intento, sfuggendo anche questa volta con i suoi abili trucchi agli agguati della polizia. Intanto in città c’è grande attesa per l’arrivo di Lady Kant (Miriam Leone), affascinante ereditiera che porta con sé un famoso diamante rosa. Il gioiello non potrà certo essere ignorato dalle attenzioni di Diabolik, che si attiverà immediatamente per cercare di sottrarlo alla Kant. Prima di mettere a segno il colpo, però, Diabolik resterà letteralmente incantato dalla bellezza di Eva, riflettendo così sull’opportunità di seguire o meno i piani iniziali.

RECENSIONE

Ispirato al fumetto “L’arresto di Diabolik”, pubblicato il 1 marzo 1963, il primo numero della serie in cui compare il personaggio di Eva Kant che da allora divenne l’inseparabile compagna del protagonista, Diabolik incentra il suo racconto proprio sull’amore a prima vista nato tra lo spietato ladro e l’elegantissima ereditiera dal passato misterioso. Ed è proprio la Eva Kant di Miriam Leone il codice d’accesso all’immaginario creato dai Manetti: è con lei che ci introduciamo a Clerville ed è lei a rappresentare il punto di vista dello spettatore. I Manetti Bros rinunciano allo stile al quale ci avevano abituati nei loro precedenti film, per regalarci un’opera molto classica nei dialoghi e nei tempi, che ricostruisce in modo dettagliato le ambientazioni del fumetto ma anche gli anni in cui i protagonisti si muovono.

Lontano da qualsiasi cinecomic, come siamo abituati a pensarli e vederli, Diabolik è un film molto italiano nelle suggestioni, nei costumi, nelle musiche. Manca forse il brivido, qualcosa che sorprenda lo spettatore e che lo aiuti a proseguire nella visione. Un’operazione popolare, estraniante e fedele al fumetto originale tanto da sembrare fuori dal tempo: ed è forse questa la sua più grande qualità.