Il cantautore Francesco Sarcina, in un’intervista al Corriere della Sera, si racconta. A proposito della fine del suo matrimonio con Clizia Incorvaia, dichiara:

“Quando io e mia moglie ci siamo lasciati, in tv, si è scatenato un salottino di basso profilo. Tutti parlavano di me come se fossi solo la fine di quella relazione e non 25 anni di musica, di palchi sudati. Come se la mia vita non sia, invece, più intensa, drammatica, ricca di soddisfazioni e cadute. Mi ha fatto profondamente male perché sono il papà di due figli a cui devo qualcosa”.

E poi prosegue, ricordando la reazione del padre dopo la rottura con la madre:

“Lo ricordo sempre sul divano liso, stava lì immobile e cambiava la forza di gravità: entrare in casa era come entrare in un buco nero dove tutto si distorce. Per cui, stavo sempre fuori. E più stavo in giro, più tutto peggiorava. Ci hanno dato lo sfratto, ci hanno staccato la corrente per due anni. D’estate, come fai senza il frigo? Mangiavo solo pane e Nutella”.

E parlando della rabbia provata e dell’importanza della musica, come una “medicina”, dichiara: 

“Ero arrabbiato con la vita e con le donne. Anche il sesso era cattivo, rabbioso… Col tempo, alcol e droga hanno preso il sopravvento. L’alcol è la droga peggiore, la più subdola. Però non sono mai stato un tossico depresso, da paranoia. Forse, perché, avevo la musica: per me scrivere canzoni è una medicina, una seduta di psicanalisi, mi mette a posto”.

Fonte: Il Corriere della Sera

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