La serie

In onda negli Stati Uniti dal 1978 al 1986, la serie Il mio amico Arnold arrivò al pubblico italiano negli anni Ottanta, quando Canale 5, ormai rete nazionale, ne fece un punto fermo della sua programmazione. Il segreto del successo era tutto concentrato nelle fattezze del protagonista interpretato da Gary Coleman, assoluto mattatore dello show: un bambino afroamericano, piccolo e grassottello, dalla battuta fulminante e dall’irresistibile senso dell’umorismo.

Il piccolo Arnold


Le sue fattezze furono la sua più grande sfortuna e fortuna. Nel 1982, infatti, diventa anche protagonista del Gary Coleman Show, un cartone animato in cui lo stesso attore, o meglio la sua controparte animata, veste i panni di un angelo mandato sulla Terra per guadagnarsi le ali a suon di buone azioni. Quando poi per l’uomo Gary divenne insostenibile mantenere le sembianze del bambino Arnold, la tv purtroppo lo abbandonò. Negli anni 2000 è stato arrestato due volte, nel 2008 e 2009: la prima per aver investito un pedone in un parcheggio, pare non per un errore, ma volutamente; la seconda con la pesante accusa di violenza domestica.

Quell’intervista

E forse un brutto carattere lo aveva davvero, sebbene il confronto con la sua immagine televisiva lo rendesse probabilmente più evidente di quanto non fosse in realtà. Nel 2010, ospite della trasmissione The Insider, incalzato dalle domande di una giornalista che gli chiedeva se avesse mai usato violenza sulla moglie, diede in escandescenza e abbandonò lo studio, mandando tutti a quel paeseLe cose nella trasmissione hanno iniziato a diventare tese quando l’avvocato Lisa Bloom, un’ospite dello show, ha chiesto a Gary se avesse una relazione violenta con sua moglie. Si è rifiutato di rispondere alla domanda, suggerendo che era ridicolo dato che lui è più basso della moglie, per poi dire a Lisa di andare a quel paese prima di andarsene. Tutto questo perché Gary venne arrestato il mese prima, dopo una telefonata di disturbo domestico proveniente da casa sua.

Gary morì pochi mesi dopo all’ospedale di Provo all’età di 42 anni dopo anni di malattie ed un paio di  incidenti domestici fatali.