Sei anni dopo l’uscita del bestseller di Umberto Eco Il nome della rosa, il regista francese Jean-Jacques Annaud portò sul grande schermo l’omonima pellicola tratta dal romanzo, scritta da Andrew Birkin, Gérard Brach e Howard Franklin.

Il film ebbe moltissimo successo in Europa (soprattuto in Italia), mentre in America quasi per niente, nonostante un cast composto da celebri nomi, come Sean Connery, F. Murray Abraham (che giusto l’anno prima aveva conquistato l’Oscar per Amadeus) più gli allora sconosciuti Ron Perlman e Christian Slater

Ron Perlman non fu la prima scelta per il ruolo di Salvatore

Dopo aver saputo che Jean-Jacques Annaud avrebbe adattato Il nome della rosa, Ron Perlman (che aveva lavorato al precedente film di Annaud del 1981, La guerra del fuoco), lo contattò perché voleva disperatamente interpretare Salvatore. Sfortunatamente, Annaud aveva già preso un altro attore per la parte, precisamente l’italiano Salvatore Baccaro, noto per il suo particolare aspetto deforme, quasi animalesco, caratterizzato da fronte sporgente, naso schiacciato e mani dalle dita enormi.

Purtroppo Baccarò morì improvvisamente a fine 1984, poco prima della produzione e a quel punto il governo italiano (che cofinanziava il film) insistette che fosse sostituito da un attore italiano. Venne scelto, come vi abbiamo precedentemente raccontato in un altro nostro approfondimento che potete leggere QUA, Franco Franchi, il quale però rifiutò la parte, probabilmente perché non voleva che gli venissero tagliati i capelli in quel modo.

A quel punto il ruolo venne finalmente offerto a Perlman, il quale però fu costretto a prendere un aereo il giorno stesso per arrivare sul set in tempo per le prime riprese.

Secondo Ron Perlman, il regista Jean-Jacques Annaud non aveva scritto molti dei dialoghi del film di proposito, per assicurarsi più facilmente i finanziamenti. Quando cominciarono le riprese, però, volle che Perlman parlasse in tutte le sue scene. Dato che Salvatore era descritto come un personaggio che parla “sei lingue contemporaneamente” (tra cui latino, italiano, tedesco, inglese e francese), Perlman si fece dare le copie del libro di Eco in tutte queste versioni e si mise a comporre frasi in lingue miste combinando le parole di Salvatore estratte da ogni libro.

Il desiderio di Christian Slater 

Il nome della rosa fu il primo grande film per Christian Slater, che all’epoca aveva solo 15 anni. Il regista Jean-Jacques Annaud ha raccontato che dopo che Slater venne scritturato per il ruolo di Adso di Melk gli fu chiesto di leggere con tre attrici che facevano l’audizione per la parte della povera ragazza che abita ai piedi del monastero (con la quale avrà un rapporto sessuale). Slater lesse prima con Valentina Vargas ed era previsto che leggesse con le altre due attrici il giorno dopo, ma quella sera, mandò sua madre (l’agente di casting Mary Jo Slater) a dire ad Annaud che era talmente preso dalla Vargas che non voleva che le altre due attrici fossero considerate. Annaud, divertito, assecondò il desiderio del giovane e scelse la ventiduenne attrice cilena. 

Altro aneddoto. Per la scena senza dialogo in cui la ragazza seduce Adso, il regista non diede indicazioni a Valentina Vargas. Le permise di improvvisare la scena, non spiegando a Christian Slater cosa avrebbe fatto, in modo da ottenere da lui una performance più autentica.