Il film

Incontri ravvicinati del terzo tipo uscì nel 1977 scritto e diretto da Steven Spielberg. È una pellicola fantascientifica nella quale viene narrato un ipotetico primo contatto tra l’umanità ed entità extraterrestri. Il titolo deriva dalla classificazione degli incontri ravvicinati elaborata dall’astrofisico e ricercatore ufologico Josef Allen Hynek nel 1972, in cui un incontro ravvicinato “del terzo tipo” indica una osservazione di “esseri animati” in associazione con un avvistamento di UFO.

Vincitore di vari premi tra cui due premi Oscar e un David di Donatello, nel 2007 il film è stato selezionato per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d’America.

La trama

Nel deserto di Sonora, lo scienziato francese Claude Lacombe, ospite principale della Conferenza di Montsoreau, e il suo interprete statunitense David Laughlin, insieme ad altri ricercatori scientifici, ritrovano la famosa “Squadriglia 19”, 5 aerei motosiluranti TBM Avengers scomparsi nell’area del Triangolo delle Bermude durante una normale esercitazione nel dicembre del 1945. I velivoli sono intatti e operativi, ma non vi è alcuna traccia dei piloti. Si inizia ad indagare su questo e altri strani eventi, nel tentativo di trovare una spiegazione. Nel frattempo a Muncie, nell’Indiana, un bambino di tre anni, Barry Guiler, si sveglia improvvisamente nella notte in un momento in cui i suoi giocattoli e gli oggetti di casa sua iniziano incredibilmente a muoversi da soli. Affascinato e per nulla spaventato, si alza dal letto e corre fuori casa, costringendo la madre, Jillian, ad inseguirlo.

Nel frattempo l’addetto al controllo delle linee elettriche Roy Neary, sposato con Ronnie e padre di tre bambini, mentre lavora ad un intervento di manutenzione, rimane coinvolto in un inseguimento di quattro UFO da parte della polizia, vivendo così un “incontro ravvicinato” a bordo del suo furgone. Durante la stessa notte incontra sulla strada anche Jillian, che è riuscita a raggiungere Barry per riportarlo a casa. Roy, dopo l’incontro ravvicinato, rimane sconvolto (oltre che scottato su metà del corpo) e inizia subito a dare segni di pazzia, tra i quali il più evidente è un’ossessione da immagini mentali in cui gli compare una forma simile a quella di una montagna a tronco di cono, che cerca in tutti i modi di riprodurre. Anche Jillian sviluppa la stessa ossessione, dopo aver vissuto un incontro ravvicinato presso la sua abitazione: gli UFO passano vicino ad essa e, nonostante lei cerchi di chiudere ogni apertura, il piccolo Barry viene risucchiato e portato via, rimanendo vittima di un rapimento alieno.

La colonna sonora


Come non ricordare la celebre sequenza del film di Steven Spielberg del 1977 in cui gli umani, guidati dal professor Lacombe (François Truffaut), cercano di comunicare con gli extraterrestri attraverso una sequenza di cinque note (si tratta di quattro note, due delle quali separate da un’ottava, dunque non una scala pentatonica a tutti gli effetti). La colonna sonora del film, composta da John Williams, ottenne una candidatura agli Oscar (ma fu battuta da “Star Wars”, composta dallo stesso Williams).

Spielberg voleva categoricamente una sequenza di 5 note, una sorta di equivalente musicale della parola inglese “Hello”. Ogni nota per ogni lettera. La trasformazione delle note in gesti, usati come prima comunicazione tra alieni e terrestri, si ispira al metodo Kodaly per l’insegnamento della musica ai bambini, in cui si accoppia ogni nota ad un gesto della mano.