Abbiamo avuto modo di intervistare una grande voce del doppiaggio italiano, Alessio Cigliano. 

Alessio ha iniziato l’attività nel 1980, legando la sua voce ad alcuni dei più noti cartoni animati del momento, fra cui  Ken il guerriero, Maison Ikkoku e Yattaman. Nel 1989 sottoscrive un’esclusiva prima con la  S.A.S. e successivamente con La BiBi.it società per la quale ha anche doppiato Agumon, uno dei Digimon nelle prime due serie dell’anime.  

Fra gli attori doppiati, si ricordano Darren E. Burrows come Ed Chigliak in Un medico tra gli orsi, Noah Wyle in E.R. – Medici in prima linea e Falling Skies, Michael Imperioli in I Soprano e Detroit 187, Kirk Acevedo (Miguel Alvarez) in Oz, Il detective Hector Salazar e nella cancellata serie Law & Order: Trily By Jury e in Law & Order – Unita Vittime Speciali, Leslie Cheung in Addio mia concubina, Walton Goggins in The Shield, Erdoğan Atalay in Squadra speciale cobra 11, Grant Show in Devious Maids – Panni sporchi a Beverly Hills ed Heath Ledger in I segreti di Brokeback Mountain.  

Ha diretto il doppiaggio della serie TV The OC, e infine doppia Zachary Quinto, che interpreta Sylar, nella serie Heroes e negli ultimi lungometraggi di Star Trek, Raul Esparza che interpreta il sostituto procuratore Rafael Barba nella serie Law & Order Unità Vittime Speciali

Nel 2014 fonda e gestisce Radio Cigliano, una web radio personale nata dalla passione per la musica. Tra le dirette, c’è Dopocena con… con ospiti del doppiaggio italiano che si raccontano e interagiscono col pubblico via chat. 

Vi rilasciamo qua di seguito la nostra intervista con Alessio. 

Come è iniziata la tua esperienza di attore-doppiatore? 

Ho iniziato da bambino. Mi sono proposto quando avevo circa dodici anni a dei direttori di doppiaggio e hanno visto che funzionavo. Dopo un po’, piano piano, ho iniziato a lavorare a pieno ritmo con i cartoni animati degli anni 80; la prima cosa che ho fatto è stato Dottor Slump & Arale, anche se ora quel doppiaggio non viene più trasmesso, la serie è stata interamente ridpoppiata. Ho iniziato a fare diversi personaggi e non mi sono più fermato, specializzandomi sul campo, direttamente in sala di doppiaggio. Non ero interessato alla parte attoriale, quindi ho recitato pèoco e niente in teatro e mai in televisione. 

Com’è stata l’esperienza di doppiaggio con Ken il guerriero

E chi se l’aspettava il successo? Noi ragazzi dell’epoca venivamo da altri cartoni animati, romanzoni tipo Candy Candy oppure dai robot. Vedere uno scenario apocalittico, i disegni non particolarmente curati sembrava strano. Le storie erano crudissime, le immagini senza censure e nessuno poteva immaginare un boom del genere. 

Inconsapevolmente facevamo un po’ come in Giappone, dove un attore interpretava più personaggi. La verità è che non c’erano soldi e il cartone animato era considerato un prodotto di serie Z. Per ottimizzare i costi, tutti noi doppiatori lavoravamo insieme a gruppi. Venivamo divisi e a me è capitato di doppiare anche altri personaggi minori. Se a volte sono cambiate le voci durante la serie è perché gli attori erano impegnati in teatro o in altre lavorazioni e si sostituivano senza farsi troppi problemi. Negli anni 80, spesso funzionava così. 

Quanto è durato il doppiaggio di Kenshiro? 

Nel giro di un anno l’abbiamo finito. 

Il suono giapponese delle MILLE MANI DI HOKUTO era il tuo? 

No, ho provato a rifarlo solo nella prima puntata, poi abbiamo lasciato l’originale. Era più bravo il doppiatore giapponese: perché sforzarsi per un risultato mediocre? 

Quando hai capito la portata di Ken il guerriero

Con il boom di Internet a fine anni ’90. Vedevo che nascevano pagine e fan page del cartone e con il tempo ne ho capito l’importanza e la valenza per il pubblico. 

Parliamo di Yattaman, ci racconti la tua esperienza? 

Sono subentrato alla seconda stagione. Doppiavo Ganchan, il protagonista ed è stato uno dei primi lavori di livello superiore diciamo, visto che era già conosciuto. In questo caso ero più emozionato, perché avevo l’occasione di lavorare su un prodotto che avevo già visto in televisione. 

Invece Nino il mio amico Ninja? 

L’ho doppiato tutto in tre settimane, tre turni al giorno. Non erano tantissime puntate ma è stato molto divertente, anche se faticoso, vista la caratterizzazione. Mi ricordo tutto quanto, era una serie veramente carina. 

Ci racconti il doppiaggio del dottor Carter di E.R. e Alex Krycek in X-FILES? 

Ho curato anche una parte dei dialoghi italiani, soprattutto per X-Files. Due fantastiche esperienza che considero un punto di rottura nella televisione degli anni ’90.C’era una grande cura nei dettagli, ed è stato emozionante partecipare e far parte della squadra con due grandi direttori del doppiaggio, Gianni Galassi e Daniela Nobili. La prima puntata la guardammo tutti insieme, direttore e protagonisti, su un VHS di servizio. E cercammo insieme di capire di cosa si trattava, anche se era evidente il primo sguardo. La Rai ci teneva tantissimo e chiese i provini che, allora, non erano così comuni sulle serie TV. 

In X-FILES ho curato la metà dei dialoghi della serie. Nella prima stagione ho fatto dei personaggi di puntata poi fino alla nona il personaggio interpretato da Nicholas Lea. 

C’è un personaggio al quale sei particolarmente affezionato? 

Sicuramente il dottor Carter perché l’ho doppiato tanti anni in ERT e in altre occasioni. Durante tutta la mia carriera ho prestato la voce a tanti personaggi.  Ogni giorno si lavora a ritmo serrato, per cui tendo a concentrare la mia attenzione sul turno che sto facendo. Una volta terminato, esco dalla sala e mi concentro sul turno successivo, magari con un soggetto completamente diverso. Per questo stento a ricordare molte delle cose su cui ho lavorato. Ma non le dimentico, le lascio scivolare via. È il bello del doppiaggio: una volta che la battuta è buona, non la rifai mai più!