In una lunga intervista rilasciata al “Corriere della Sera”, Mogol ha ripercorso i momenti più salienti della sua carriera:

“Ho vissuto una vita incredibile, anche se ho corso molti pericoli e rischiato la vita più di una volta”

La sua carriera è iniziata con le traduzioni di alcuni successi stranieri, tra cui Space Oddity di David Bowie. Da quel momento inizia a stringere profondi rapporti con diversi volti del cantautorato italiano, tra cui Luigi Tenco, di cui ricorda l’esperienza sanremese:

“Si era fissato con Ciao amore, anche se lui non era uno da Sanremo”.

E non manca di parlare di Mina, di cui commenta la scelta di allontanarsi dalle scene:

“Una grande artista, anche se non volle Il mio canto libero. Però la convinsi a cantare Il cielo in una stanza di Gino Paoli, al tempo non voleva farla nessuno. Credo che abbia deciso di ritirarsi per la stessa ragione con cui io all’epoca convinsi Lucio Battisti a farlo: l’eccessiva presenza ti annulla, l’assenza ti rende grande. È la lezione di Vasco Rossi”

Di Gianni Morandi inoltre racconta:

“Voleva smettere di cantare. Ci chiudemmo in casa, in pigiama, Gianni si mise a suonare e io scrissi d’istinto Canzoni stonate. Così rinacque”.